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L'opera più riuscita di Kàlidasa, grande drammaturgo e poeta lirico dell'India del Nord, vissuto nel V secolo d.C. È una storia d'amore vissuta nel ricordo di uno yaksa, uno spirito vegetale, servo del dio Kubera, che per la negligenza dimostrata nel compimento dei suoi doveri è stato esiliato per un intero anno, nella solitudine del monte Ràmagiri, lontano dalla sua adorata giovane sposa e dalla splendida città di Alaka, dove vivevano felicemente insieme. Sono già trascorsi otto mesi e la disperazione dello yaksa è al culmine. I quattro mesi di separazione che restano sembrano interminabili, finché nella sua mente si fa luce una piccola speranza: affiderà il suo messaggio appassionato al primo nuvolo del monsone, che in un baleno lo porterà verso il nord insieme al suo carico d'acqua, di vita rinnovata, di totale cambiamento naturale.
Il nuvolo, di bellezza perfetta nella sua forma di fiore di loto, sarà latore di questa supplica inconsueta, di questa rassicurazione amorosa ad una fanciulla che piange d'amore e di nostalgia, in una piccola casa lontana. Indicando il cammino verso l'amata, inizia così il viaggio immaginario di ritorno, con un tuffo nella memoria, sulla scia di un volo propiziatorio di stormi, gru e cigni in festa nel cielo per l'arrivo del monsone, inizio della stagione degli amori."
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