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«Da sempre considero la musica un qualcosa che non si trova qui e ora, ma accade in qualche modo da un’altra parte, accade altrove. È uno sguardo al di là della porta chiusa, ma è anche la risorsa che hanno i bambini di fronte alla paura, per cui quando si trovano al buio si mettono a cantare e tutto passa. Come sguardo che si getta al di là della nostra finitezza ha quindi direttamente a che fare con l’oltre, o meglio l’Oltre con la O maiuscola. Ed è quindi per questo un fatto assolutamente spirituale» (dalla prefazione di Angelo Branduardi)
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