L’Estetica di Hegel rappresenta lo sforzo più grandioso, per ampiezza e profondità, di attraversamento e comprensione storicoconcettuale dell’arte nella civiltà occidentale.
Questa nuova traduzione dell’Estetica di Hegel assume come testo canonico l’edizione postuma curata da H. G. Hotho, pubblicata tra il 1835 e il 1838. In nota al testo sono state inserite le varianti più significative tratte dal nuovo materiale di appunti e trascrizioni degli studenti relativo alle lezioni di estetica tenute da Hegel a Berlino nel 1820/1821, nel 1823 e nel 1826, di cui nell’ultimo decennio si è intrapresa la pubblicazione.
L’introduzione delinea lo statuto ontologico della dimensione artistica; segue una prima parte dedicata alla concatenazione sistematica delle varie forme dell’arte; da ultimo si traccia una visione complessiva dello sviluppo storico delle arti, inteso come movimento progressivo dello spirito verso la conoscenza di sé, scandito secondo tre periodi: simbolico, classico e romantico.
L'arte trasforma ogni sua produzione in un Argo dai mille occhi, affinchè si veda in ogni punto l'anima interna e la spiritualità.