Una delle grandi capacità di Julius Evola era quella di riuscire e sintetizzare e comparare gli aspetti delle varie tradizioni occidentali ed orientali; questo gli permetteva di individuare aspetti comuni e differenze esistenti fra loro, e spiegare agli uomini dei nostri giorni quanto ci fosse da apprendere da esse, senza considerarle una delle tante 'mode' che imperversarono nei vari decenni del Novecento.
Sicché fra il 1950 e il 1960 la sua competenza e originalità interpretativa venne consacrata con la collaborazione a East and West, l'organo dell'Istituto per il Medio ed Estremo Oriente (ISMEO), fondato dall'orientalista e viaggiatore Giuseppe Tucci.
Con la sua scrittura profonda ma chiara, che spaziava oltre i limiti di una eccessiva specializzazione, Evola in quasi tutti i suoi interventi effettua una stringente comparazione sul modo in cui un'identica dottrina, o filosofia, o metodologia veniva interpretata in Occidente rispetto all'Oriente: il tantrismo, lo zen, il buddhismo, lo yoga, il Vedanta, le dottrine dello Svadharma e dello Hara, e poi i rapporti fra l'Oriente le filosofie e i filosofi occidentali come Guénon, Eckhart, Schelling, l'esistenzialismo, e così via.