Un'opera basata su un'inchiesta suggerita da C.G. Jung, effettuata da un giornale svizzero tra i suoi lettori, ai quali si richiedeva di inviare la descrizione delle proprie esperienze paranormali: sogni, visioni, apparizioni, contatti con l’aldilà, eccetera. L’incarico dell’analisi psicologica del vastissimo materiale pervenuto fu affidato da Jung, ormai molto anziano e oberato di lavoro, alla Jaffé, che l’ha condotto a termine in maniera mirabile, compiendo una approfondita, acuta e illuminante analisi psicologica di fenomeni che da sempre capitano all’uomo.
Aniela Jaffé non sta a interrogarsi sulla verità storica di questi fatti, poiché essi si ripetono da sempre secondo modelli analoghi e ben precisi: a lei interessa mettere in luce il significato e il valore psicologico di queste manifestazioni, che ella considera il risultato di proiezioni oggettive dell’inconscio collettivo e che meritano quindi la più grande attenzione.
La “Dama Bianca”, l’”Angelo”, l’”Omino Grigio”, vivono una loro reale esistenza psichica, sono legati al mito e alla tradizione e non possono essere liquidati parlando di allucinazioni. Un lavoro nuovo, affascinante, che non era ancora stato compiuto da nessun ricercatore e che colma quindi una lacuna.
“Consiglio questo libro”, scrive Jung nella prefazione, “a coloro che sanno apprezzare ciò che spezza in maniera sana la monotonia della vita quotidiana, scuote la nostra (a volte) eccessiva sicurezza e consente intuizioni e anticipazioni”.