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Il Sacro Graal può assumere per ciascuno una forma diversa. Già i primissimi poeti del Graal hanno anticipato strabilianti conoscenze della moderna psicologia: la cerca del Graal conduce alla realizzazione del Sé. Così il Graal, oggi come allora, risplende in tutto il suo originario fulgore. Se oggi i nomi di re Artù, Parzival e Lancillotto dicono ancora qualcosa questo è da attribuire al fatto che essi vengono associati ad un determinato oggetto: il Sacro Graal, il quale non in tutte le storie del Graal è il calice dell’ultima cena.
Dalla primissima storia del Graal fuoriesce semplicemente che deve trattarsi di un recipiente preziosissimo. Altre storie medioevali invece parlano di una pietra, un libro o persino di una testa decapitata. Alcuni moderni interpreti si spingono ancora oltre. Il Sacro Graal è identico alla Sindone di Torino? O è un manufatto extraterrestre? O semplicemente il simbolo di una genealogia? Inoltre il Sacro Graal è stato posto in collegamento con l’alchimia e la Pietra Filosofale, il misterioso Ordine dei cavalieri Templari e la fortezza catara di Montségur. Quest’ultima ipotesi ha condotto a chiedersi concretamente se i nazisti vi cercarono il Sacro Graal.
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