La meno ovvia fra le realtà universali è senz'altro la religione. Non è certo chiaro, infatti, perché in una prospettiva evolutiva la specie umana abbia sentito costantemente il bisogno di una costruzione così audace, la cui funzionalità per la sopravvivenza è tutta da dimostrare. Burkert affronta questa fenomenologia in apparenza scandalosa prendendo in esame le testimonianze di religioni delle antiche civiltà mediterranee e mediorientali e isolandone i tratti basilari, i moduli ricorrenti, in uno studio dove antropologia e biologia, storia ed etnografia, etologia e linguistica concorrono a formulare una interpretazione seducente e persuasiva.
Si tratterà così di individuare le corrispondenze morfologiche fra alcuni elementi essenziali delle religioni e certi modelli comportamentali umani – ma anche e soprattutto animali – che svolgono un ruolo decisivo nel garantire la vita: il sacrificio al dio si può leggere nei termini di un «sacrificio parziale in nome della sopravvivenza in situazioni di pericolo e di ansia»; il «sacro timore» è riconducibile alla paura generata dallo sguardo del predatore; mitologia e fiabe seguono schemi narrativi che riproducono i passi del programma biologico per la ricerca del cibo; le divinità si presentano come potenti esorcismi di fronte a un mondo che altrimenti minaccia di continuo di sprofondare nel caos.
Paradossalmente, alla fine, questo imponente insieme di rappresentazioni – di cui il progresso dei Lumi pretendeva di sbarazzarsi in quanto avrebbe conculcato l’espandersi della vita – si rivela uno dei più possenti artifici per proteggerla e svilupparla.La creazione del sacro è apparso per la prima volta nel 1996.