Le "Tavolette d'Oro" di Roland de Jouvenel. Le reazioni di fronte ai messaggi di Roland - che lui stesso chiama le sue "Tavolette d'Oro" - sono state diverse. Quest'adolescente, scomparso prima di aver compiuto i quindici anni, era destinato a porre l'élite intellettuale francese del nostro secolo davanti all'eterna questione della sopravvivenza post-mortem e delle comunicazioni con l'aldilà: di fronte a questo spinoso problema, tutti si trovarono a dover rivelare la propria concezione del mondo e della vita.
Riguardo ai messaggi, alcuni credettero alla loro autenticità; tra questi, Gabriel Marcel, che scrisse la prefazione di "Au Diapason du Ciel", R.P. Daniélou è sua madre, Madeleine Daniélou, che sostennero questo libro con calorosi articoli, e, infine, Daniel Rops. Altri si posero degli interrogativi; tra questi ricordiamo Emmanuel Berl, Robert Aron e, verso la fine della sua esistenza terrena, Jean Rostand, il quale scrisse alla sua amica di gioventù "che si era impegnata nella ricerca dell'essenziale". Altri infine assunsero un atteggiamento fondamentalmente scettico.
Accanto a Marcelle de Jouvenel, fin dalla sua adolescenza, si erano incontrati i talenti più illustri della Belle Epoque e degli anni folli: lo zio Maurice Leblanc, la zia Georgette Leblanc insieme al suo compagno Maurice Maeterlinck, Rosemonde Gérard e i suo figli Jean e Maurice Rostand, il poeta Marcel L'Herbier (poi entrato con successo nel mondo del cinema), Pierre Lecomte de Nouy, alla ricerca di se stesso nella pittura, nel teatro e nella letteratura - non avendo ancora trovato la sua vera vocazione nella scienza -, e Maurice Barrès, prefatore del primo romanzo della stessa Marcelle, "Vivre".
Jean Prieur ha scritto la cronaca di questi felici e tragici anni, che coprono quasi un intero secolo. In uno stile avvincente e limpido, racconta il destino di una donna dicui ha ben conosciuto gli ultimi anni di vita, un destino che inizia come un'avventura spirituale e mistica. La parte più notevole del libro, naturalmente, è costituita dai messaggi di Roland che accompagnano passo dopo passo l'evoluzione sul piano umano e conoscitivo di sua madre.