L'artista non dispone delle proprie facoltà a piacimento, ma è soggetto all'estro, all'ispirazione, alla suggestione del "momento felice" che deve in un certo senso presentarsi da sé. Nel campo del paranormale ci imbattiamo invece in fenomeni che vanno ben al di là di questo carattere di imprevedibilità e di relativa indipendenza, e troviamo produzioni artistiche che sorgono senza la partecipazione cosciente dell'autore, che è in genere persona ignara d'arte, che si mette improvvisamente a disegnare o dipingere sotto l'impulso di una forza che sente estranea a sé.
Le opere di questi specialissimi artisti si producono sovente in condizioni impossibili (al buio, con le tele rovesciate, in stato di trance, ecc.) e senza che l'autore partecipi alla loro creazione: egli assiste stupito a quanto la sua mano viene tracciando, non fa schemi, non corregge, non modifica.
L'opera esce di getto, perfetta e rifinita. Il senso di possessione che il sensitivo sperimenta è tanto forte che per lo più egli non attribuisce l'opera a sà, ma a forze esterne, di cui sente di essere lo strumento. Questo libro, unico nel suo genere, presenta una trentina di artisti medianici di tutto il mondo e offre per la prima volta una descrizione e un inquadramento sistematico di questo affascinante fenomeno.
Come giustamente ha scritto il critico d'arte Franco Miele nella sua prefazione, "la critica d'arte che non voglia chiudersi in arbitrari isolamenti non può fare a meno dell'ossigeno di altre discipline e non può quindi ignorare quelle che sono le scoperte della parapsicologia".
Questi artisti, che trascrivono la propria intuizione senza elaborarla, che ignorano, quando cominciano a lavorare, che cosa faranno e come lo faranno, le cui opere spesso presentano contenuti paranormali (telepatici, chiaroveggenti, precognitivi), hanno veramente qualcosa di nuovo da dire sia al critico d'arte che al parapsicologo e allo psicologo.