In francese, "Potiche", è un qualsiasi oggetto in ceramica, senza pregio, da sempre immobile in qualche angolo di casa. E solo Catherine Deneuve, il volto per eccellenza della "leggerezza" borghese, l'icona buñueliana della dissimulazione, poteva interpretare questa bella statuina che sostituisce il marito alla guida dell'azienda di ombrelli di famiglia e si scopre in grado di salvarla navigando nel mare infido della politica e dei rapporti sindacali.
François Ozon accosta agli scomodi anni settanta il suo feroce immoralismo e l'irriverente tocco parodistico che ricostruiscono un mondo in cui tutto si confonde: vite e programmi, apparenza e sostanza, ambiguità e trasparenza. Ingredienti di una raffinata allegoria della Francia di oggi.
Potiche è la prova di maturità di un regista che, film dopo film, scrive una nuova pagina di lucida vitalità nel glorioso album di famiglia della commedia francese.