Lasciate ogni spartito e chiudete ogni copione voi che entrate. Benvenuti nel mondo dell’improvvisazione dove si ascoltano le emozioni che albergano nel proprio corpo e si aprono canali comunicativi con le persone profondi ed imprevedibili. Si chiama composizione istantanea, perché si crea nel preciso momento in cui si realizza, ma si intende anche come la fine di un percorso che in quanto tale richiede tecnica e una costante pratica. Insomma per improvvisare bisogna prima apprendere. Imparare le regole del gioco, interiorizzarle e poi… dimenticarle.
Nel percorso improvvisativo tutto accade a seconda di chi coglie l’oggetto, vive l’esperienza, suona lo strumento, risponde all’indovinello. Non è permesso pianificare le proprie mosse prima di compierle perché devono essere il risultato di una profonda capacità di ascolto di se stessi e degli altri. La nostra capacità di comprendere dipende da quanto siamo in grado di ascoltare. E non si ascolta solo con l’orecchio ma con tutti i sensi e soprattutto con il corpo. Se ascolto me, saprò ascoltare te e quindi sarò in grado di riconoscere parte di me. Ed ancora una volta il cerchio si chiude. Si parte dall’Io per tornare all’Io. Questa forma compositiva fa appello alla creatività, alla capacità di comunicazione e allo sviluppo personale.
Come dimostrano i giochi contenuti in queste pagine, soprattutto con l’infanzia, l'uso dei materiali è più libero che tecnico e più che il prodotto finale conta il processo attraverso il quale si realizza. Dunque, la creatività che si sprigiona rende liberi i bambini e soprattutto più consapevoli.