Le fotografie di fantasmi – derise come falsi clamorosi, o elevate a prove inconfutabili dell’esistenza di dimensioni ultraterrene – si situano in un singolare incrocio tra mito, folklore e tecnica fotografica.
Harvey raccoglie qui per la prima volta apparizioni mistiche, emanazioni spiritiche e altre immagini stupefacenti, riprese dal 1860 a oggi da fotografi professionisti e amatoriali e da sistemi di sorveglianza: un corpus sorprendente e importante, non tanto per una qualche pretesa di «autenticità», quanto per l’intreccio di religiosità e immaginazione creativa.
Affrancate dal pregiudizio che le vorrebbe delle anomalie fotografiche, o delle derive nel kitsch delle cosiddette «scienze di confine», queste fotografie rivelano l’attrazione per il soprannaturale, le idee sulle connessioni tra un mondo materiale e uno spirituale, le elaborazioni più inaspettate del lutto e del dolore.
Un libro che ricorda come la tecnica fotografica non si limiti affatto a un preteso «realismo», mostrandoci fino a che punto possa sfumare ogni confine tra il reale e il fantastico.