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L'autrice riesce in questo libro a rappresentare in maniera precisa le Dee dell'antica Europa così come sono state venerate per millenni, molto tempo prima delle deformazioni indoeuropee, imposte nel creare la mitologia olimpica. Le dee della Gracia pre-olimpica ritornano dal loro passato con i loro simboli, miti e tradizioni a raccontare una storia meravigliosamente diversa da quella insegnata sui banchi di scuola.
Tratto dall'Introduzione:
Gaia creò il mondo, Pandora offrì abbondanti doni, Artemide guidò le Sue adoratrici nelle danze estatiche, Era premiò le fanciulle che disputarono le prime corse olimpiche, e Atena protesse pacificamente la casa. Queste Dee sono fra le più antiche divinità conosciute in Grecia, ma la mitologia originale da cui emersero è andata perduta. Conosciamo i loro nomi soltanto attraverso i miti relativamente tardi del periodo classico. Eppure, per migliaia di anni, prima che i miti classici prendessero forma nella recitazione orale e fossero poi narrati per iscritto da Esiodo e da Omero nel VII secolo a.c., era esistita una ricca tradizione mitopoietica orale. Tracce della tradizione più antica sono evidenti nei miti della tarda antichità, i quali riflettono l'amalgama culturale di tre ondate d'invasori, gli Ioni, gli Achei e infine i Dori, che arrivarono in Grecia fra il 2500 e il 1000 a.c.
Insieme a un ordine sociale patriarcale, questi invasori portarono il loro Dio del fulmine, Zeus. Ciò che trovarono quando giunsero in Grecia fu una religione di adorazione della Dea profondamente radicata. In varie regioni dell’entroterra e delle isole, una Dea era considerata sacra ed era associata all’ordine, alla saggezza, alla protezione, e ai processi di creazione e rinnovamento della vita, come i mutamenti stagionali e la fertilità del grembo e dei campi. Fra le divinità antecedenti al sistema olimpico vi sono Gaia, Temis, Rea, Pandora, Afrodite, Artemide, Leto, Britomarte, Dittinna, Selene, Ecate, Era, Atena, Demetra e Persefone. I nuovi Dèi degli invasori, gli Olimpici, sono per molti aspetti diversi dalle antiche Dee pre-elleniche.
Queste pervadono l'esperienza quotidiana delle forze energetiche della vita vissuta dagli uomini, mentre gli Dèi olimpici sono lontani, distaccati, "lassù". A differenza dell’amore fluido e protettivo di una Dea Madre, ciò che caratterizza gli Dèi olimpici è il giudicare, e sono molto più bellicosi delle divinità che li hanno preceduti, spesso coinvolti in vari conflitti. Le Dee pre-elleniche sono potenti e compassionevoli, eppure quelle che i Greci incorporarono nel nuovo ordine furono trasformate radicalmente. La grande Era divenne una moglie gelosa e scontrosa, Atena una figlia gelida e mascolina, Afrodite una creatura dalla sessualità frivola, Artemide la trascurabile sorella di Apollo, e Pandora una donna fastidiosa e traditrice, fonte di tutte le sofferenze degli uomini.
In seguito questi prototipi assunsero le forme dei personaggi delle fiabe, come la strega cattiva, la matrigna crudele, la principessa passiva. Di tutte le grandi Dee Madri, soltanto Demetra sopravvisse intatta, ma non venne inclusa nel gruppo principale del Monte Olimpo, sebbene fosse una divinità antichissima ben conosciuta sia sulle isole che nell’entro terra. Anche se sono considerevolmente più antiche degli Dèi greci, le Dee pre-elleniche sono una derivazione relativamente tarda, locale e specializzata di percezioni molto precedenti di poteri cosmologici incorporati in una Dea onnicomprensiva. Sembra che il suo culto si sia sviluppato dal timore reverenziale provato dai nostri lontani antenati, che osservavano come il corpo femminile fosse la fonte della vita. Le statuette del Paleolitico celebrano i misteri della donna, il cui corpo sanguina senza ferite in sintonia con i ritmi della luna, e miracolosamente genera persone, provvedendo poi a nutrire i bambini con il latte prodotto dal seno. (Di solito, nelle culture primitive, l'accoppiamento non era associato al miracolo della nuova vita, e la paternità non fu riconosciuta se non dopo moltissimo tempo). Un ulteriore mistero, agli occhi dei nostri antenati, era la capacità della donna di generare dal proprio corpo sia femmine che maschi. È possibile che le statuette più antiche del Paleolitico, databili al 25.000 a.c., siano espressioni del corpo femminile sentito come microcosmo vivente dell’esperienza più vasta della trasformazione ciclica, della nascita, del rinnovamento e del nutrimento.
Col tempo queste energie furono percepite nei luoghi diversi come manifestazioni della presenza sacra di una Grande Dea, avvolgente matrice del potere femminile. In superficie essa produceva cibo, mentre nel proprio grembo accoglieva i defunti. Rituali in suo onore venivano celebrati nelle caverne, simili al grembo, alle quali spesso si accedeva da aperture che per la loro forma ricordavano la vulva, percorrendo poi corridoi lunghi e umidi. Sia gli accessi alle grotte sia le necropoli erano spesso dipinti in ocra rossa, un pigmento di colore simile al sangue. Con l'evolversi della società si svilupparono anche i poteri della Dea, che cominciò a essere riverita come fonte cosmologica di vita, morte e rinascita, ispiratrice delle arti, dispensatrice di saggezza divina e di giusta legge, protettrice della pace e sostentatrice della crescita. Ella era tutte le forze, attiva e passiva, creativa e distruttiva, feroce e gentile. La Grande Dea fu conosciuta con molti nomi in molte culture. In ogni luogo di culto furono evidenziati alcuni suoi attributi, e poiché le caratteristiche enfatizzate vennero associate ai nomi locali della Dea, e forse vennero ispirate da donne particolari, se ne svilupparono molte forme derivate. Inoltre, nella mitologia pre-patriarcale alcune Dee si riproducevano, sempre per partenogenesi. Se nasceva una femmina, si univa alla madre per amministrare i poteri soprannaturali, se nasceva un maschio, diventava l'amante della madre e nella mitologia assumeva un ruolo subordinato. Nelle rappresentazioni artistiche, il figlio/amante è sempre raffigurato più piccolo rispetto alla Dea, e di solito in posizione arretrata. La percezione originaria della Dea come fonte partenogenetica di vita fu considerata sacra per molto tempo, anche dopo il riconoscimento dell’evento biologico della riproduzione, da parte dei suoi adoratori.
Indice:
Prefazione all'edizione 1992 . Il ritorno della Dea . Introduzione . Riscoprire la mitologia pre-ellenica . Implicazioni per la religione e la cultura patriarcali . Problemi con l'utilizzo junghiano della mitologia greca della Dea . La mitologia come sentiero di ricerca spirituale .
Gaia . Il Mito di Gaia .
Pandora . Il Mito di Pandora .
Temis . Il Mito di Temis .
Mrodite . Il Mito di Mrodite .
Triade della Luna: Artemide, Selene, Ecate ...
Il Mito della Triade della Luna: Artemide, Selene, Ecate .
Era . Il Mito di Era .
Atena . Il Mito di Atena .
Demetra e Persefone . Il Mito di Demetra e di Persefone .
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