Un accurato corso di storia della filosofia in cui è inserita la trattazione dello sviluppo delle scienze umane in questi ultimi cento anni. La ragione che ci ha spinti a ciò è la medesima per cui si è soliti inserire in un manuale di filosofia certi sviluppi delle teorie logiche, delle teorie matematiche, di quelle fisiche o di quelle biologiche: si tratta del fatto che nello sviluppo della scienza emergono di continuo teorie estremamente influenti, a volte addirittura devastanti, e comunque strettamente connesse e intrecciate all'avanzare dei problemi e delle argomentazioni filosofiche.
Questioni di metodo, immagini dell'uomo, teorie dello Stato e della società, congetture sulla storia umana sono problemi tipici della tradizione della ricerca filosofica. Ebbene, proprio su queste problematiche esercitano il loro influsso tutta una serie di teorie che si è soliti raggruppare sotto 1'espressione «scienze umane» e che vanno dalla psicoanalisi ad altri indirizzi di indagini psicologiche, alla linguistica, alla sociologia, alla sociologia della conoscenza, all’antropologia culturale, alla filosofia del diritto e ali' economia. Di Freud e del movimento psicoanalitico, dato il palese influsso che la psicoanalisi ha avuto e ha sull'intero spettro del pensiero contemporaneo, ci occuperemo a parte.
Le altre discipline sopra accennate verranno esposte solo per quanto riguarda la loro rilevanza filosofica, pur non potendosi tuttavia evitare la trattazione degli elementi tecnici indispensabili alla comprensione dei loro tratti filosofici. L'empirismo tradizionale ha sostanzialmente e per lo più concepito la mente umana come passiva, ma noi oggi vediamo che la psicologia della forma, per esempio, mette in evidenza la spontaneità della mente nel pensiero produttivo. Contrario alla psicoanalisi e alla psicologia della forma è il comportamentismo, che considera nell'uomo soltanto i comportamenti osservabili e concepisce la mente come re attiva agli stimoli dell'ambiente. Ebbene, sono queste concezioni forse prive di interesse per !'immagine dell'uomo?
Né la linguistica da Saussure a Chomsky si è mostrata irrilevante per la filosofia, e non solo per la filosofia del linguaggio: Saussure è all'origine di quel movimento filosofico neodeterministico che è lo strutturalismo, e l'innatismo di Chomsky è uno dei punti cardine della controversia odierna sulla struttura e il funzionamento della mente. Anche l’epistemologia genetica di Piaget avversa la vecchia idea che la mente sia una tabula rasa e, contro la posizione di tipo kantiano, sostiene che «spazio», «tempo», «causalità» ecc. non sono forme a priori, ma sono costruite in diversi stadi dello sviluppo della mente del bambino.
Non è inoltre nemmeno il caso di giustificare un ambito di ricerche come quelle della sociologia della conoscenza che da Marx in poi, attraverso Scheler e Mannheim, sono state continuamente presenti all'interno della discussione filosofica riguardante i rapporti tra società e produzioni mentali. Lo stesso si dica per le indagini di Chaim Perelman sulla nuova retorica o per quelle di filosofia del diritto - indagini, queste ultime, che nel secolo scorso hanno conosciuto, specialmente con Hans Kelsen, un alto livello di rigorizzazione scientifica.
Abbiamo voluto inserire alcune considerazioni sull’antropologia culturale, se non altro perché ci si renda conto di come si sia venuto via via elaborando il concetto di cultura. Inoltre, nella parte quarta tratteremo anche di teorie economiche quali il marginalismo austriaco, l' ordoliberalismo della scuola di Friburgo e l'interventismo di John M. Keynes-teorie che, a parte la loro influenza pratica sulla vita associata degli uomini, hanno offerto nuove idee, per esempio, sul «valore economico» criticando uno dei pilastri del marxismo, cioè la teoria del valore-lavoro.