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Mynavati dipinge il tragitto della mente inconscia: un tappeto magico che ci trasporta dal Bardo del divenire in tante altre realtà dell’inconscio. Paul, il personaggio principale, si risveglia nel misterioso stadio tra morte e rinascita e, in quella fase di assenza della mente cosciente, riceve gli insegnamenti di maestri del mondo terreno e astrale. L’intreccio ci sorprende di continuo, mentre la vita di Paul si trasforma in un’avventura fuori dell’ordinario che culmina faccia a faccia con l’Assoluto. Mynavati ci fa conoscere mondi intermedi, e ci trasporta dal Bardo del divenire in tanti altri piani esistenziali, descrivendo minuziosamente l’avventura dell’anima che nessuno ricorda perché rappresenta lo stadio in cui la mente cosciente è assente. Per avvalorare i racconti, l’autrice include i rari sottili consigli e le direttive dei suoi saggi Maestri su come prepararsi ad affrontare il viaggio e abbreviarne il tragitto. Un romanzo avvincente, basato sulle profonde conoscenze esoteriche e gli autentici insegnamenti che l’autrice ha ricevuto durante l’iniziazione al Bardo dal Karmapa, il Dodicesimo Tai Situ Pa, da Gyalstop Rinpoche, da Ringu Tulku Rinpoche nonché da Maestri di Advaita come Poonja.
Oltre che ricollegarsi alle sue personali esperienze in astrale, chiarisce dettagliatamente la straordinaria avventura dell’anima durante lo stadio intermedio prima di reincarnarsi sulla terra, spiegata anche nel Libro tibetano dei morti. Un’esperienza e un intreccio sorprendenti e unici nel loro genere che trasportano il lettore nei meandri dell’inconscio illustrando l’effetto prodotto dai pensieri che vi si registrano, e come trovare la via più diretta per raggiungere la meta senza perdersi nei livelli intermedi.
"Negli insegnamenti dei buddisti tibetani, con il termine 'bardo' si fa riferimento a uno stadio intermedio tra due livelli di esistenza, la morte e la rinascita, o nel caso di un'anima più fortunata, il luogo in cui si può raggiungere la realizzazione, cioè la fine di tutti gli stadi relativi e temporanei dell'esistenza. Noi moriamo in ogni momento della nostra vita, e in ogni momento passiamo attraverso questo stadio intermedio, sperimentando una rinascita. Queste transizioni possono essere così veloci da non venire nemmeno percepite a livello cosciente, oppure lunghissime, e allora ogni loro istante può apparirci interminabile. In questo senso, la vita può essere considerata una specie di prova generale, in cui ci prepariamo alla morte definitiva del nostro corpo e del nostro attuale essere fisico.
Durante questi momenti di transizione e nel periodo immediatamente precedente, ci viene offerta l'opportunità di liberarci in modo permanente dalla necessità di rinascere un'altra volta. Alcuni possono risvegliarsi dal sogno, dall'illusione della nascita e della morte già durante la vita, nel bardo naturale, ma gli antichi insegnamenti ci indicano che il periodo che precede la morte, così come la morte stessa, ci offrono esattamente le stesse possibilità. Il bardo del divenire, conosciuto anche come il Sidpa Bardo, è lo stadio intermedio che precede la rinascita in cui, dopo una iniziale spoliazione della mente durante la morte, la natura universale dell'individuo si risveglia e diventa sempre più solida.
Durante questo stadio, l'uomo sperimenta delle proiezioni di sé sempre più forti, che rispecchiano uno stato di coscienza in cui il bagaglio karmico si fa evidente. Ciò nonostante abbiamo la possibilità di raggiungere la libertà anche nel bardo del divenire, che dura fino al momento del nuovo concepimento, purché riusciamo a capire che tutto è illusione, una semplice proiezione creata da noi stessi. La morte può dunque distruggere l'illusione della dualità, e persino quella della morte stessa. Tutti noi dobbiamo affrontare la morte, e sperimentiamo costantemente queste piccole 'prove generali'; perciò questo libro è per tutti, nessuno escluso. Anche se la storia si basa sui versi e gli insegnamenti del Bardo T'odrol, più comunemente conosciuto come Il libro tibetano dei morti, si avvale di molte altre fonti, traendo spunti dall'Advaita, dal cristianesimo e dalla relazione Maestro-discepolo che ritroviamo in molte scuole spirituali, quindi il racconto non appartiene esclusivamente a una particolare tradizione. È stata una scelta intenzionale: ci sono molte vie verso l'unica Verità, e io non ho voluto limitare in alcun modo la prospettiva. Anche se io ho ricevuto gli insegnamenti e l'iniziazione al bardo sull'Himalaya dieci anni fa, non intendo certamente presentare questo libro come l'unica versione autorevole della visione buddista, ma è la storia di ciò che potrebbe accadere a ognuno di noi. È la storia di un personaggio immaginario, Paul, e spiega come si rapporta all'oggettivazione delle proprie tendenze inconsce, che lo hanno portato a soffrire nel ciclo samsarico della rinascita. Il viaggio di Paul attraverso il bardo riflette direttamente alcune mie esperienze extracorporee, così come io le ho vissute in un certo periodo della mia vita.
Le nostre esperienze, sia che il sogno avvenga all'interno o all' esterno del nostro corpo, non sono poi così diverse da quelle che sperimentiamo durante lo stadio intermedio tra la morte e la rinascita. Queste esperienze mi hanno spinto ad approfondire e cercare spiegazioni da grandi maestri spirituali, perché alcune mi avevano lasciata perplessa. Più tardi ho avuto occasione di apprendere gli Insegnamenti del Bardo dal Libro tibetano dei morti, e le esperienze astrali hanno trovato ogni spiegazione. Sono riuscita a identificare alcune delle fasi, i simboli e gli eventi che avevo vissuto fuori dal corpo. Oltre alle mie esperienze astrali e alle spiegazioni dei maestri del buddismo tibetano, nel libro faccio riferimento anche a insegnamenti specifici su cosa accade appena si muore, ricevuti da Sri Sathya Sai Baba e da un grande maestro di Advaita, H.L. Poonja.
Nella caratterizzazione dei personaggi principali della storia, traspare anche l'influenza dell'ambiente cattolico in cui sono nata e cresciuta. In ogni cammino spirituale, la purezza della tradizione serve a mantenere integri gli insegnamenti, come ponti utili a superare la confusione e a ritrovare la strada verso casa. Le indicazioni devono essere quelle originali o ci perdiamo per strada. La storia ambientata nel bardo del divenire intende anche dimostrare come ogni credo, pur usando termini diversi, indichi le stesse autentiche verità. Inoltre, benché tragga spunto da vari sentieri spirituali, la storia non si pone come l'unica interpretazione autorevole. Voglio sperare, però, che indicandovi le varie possibilità di cammino, ritroviate un interesse sempre nuovo a continua il percorso.
Tengo inoltre a precisare che, se nel riportare gli insegnamenti, commesso errori o rilevate alcune incoerenze, queste mancanze devono essere attribuite a me e non a una delle tradizioni spirituali a cui mi riferisco. Anche se, in effetti, ho scritto questo libro, non posso assumerne il credito perché si è scritto praticamente da solo, in soli 21 giorni. Ogni giorno cominciavo a scrivere senza avere la minima idea di come si sarebbe sviluppata la storia; a ve mi svegliavo al mattino con il quadro di una scena che avrei dovuto scrivere, n dettagli diventavano chiari soltanto quando mi mettevo a scrivere. A volte le ( correvano sulla tastiera e, rileggendo, io stessa trovavo la storia così interessa che non vedevo l'ora di sapere cosa sarebbe accaduto dopo.
Durante i 21 giorni in cui è stato scritto questo libro non riuscivo a fermami e non mi sono permessa neppure una sosta. Nove anni prima avevo provato a scrivere la storia, ma l'ispirazione doveva avere un lungo periodo di gestazione, perché quei tempi mi ero fermata a sole quattro pagine! Nel Libro di Saggezza del Dalai Lama, leggiamo: A volte quando penso alla morte provo una specie di eccitazione. Invece che paura, ho una sensazione di curiosità, e questo mi rende molto più facile accettare l'idea della morte. Spesso anche io provo la stessa impressione. L'unica cosa che mi preoccupa, che la morte in sé, è la maniera in cui potrebbe presentarsi; dopo tutto si tratta un viaggio che abbiamo fatto innumerevoli volte. Essendo già morti tante volte siamo ormai tutti molto esperti, ma non ce lo ricordiamo coscientemente. Fortunatamente, esistono insegnamenti che ci possono aiutare ad affrontare il viaggio dell'anima consapevolmente. Nonostante le istruzioni di molti maestri, in questo mondo di dualità, tutto I che sperimentiamo è relativo e molto personale. Possiamo sapere veramente cc ci aspetta nel periodo di transizione? Questo mistero certamente rende il nostro viaggio ancora più avvincente: la morte è davvero come imbarcarsi per una grande avventura. Poiché nessun altro può morire o nascere per noi, io mi auguro che il viaggio di Paul vi ispiri a vivere in modo cosciente e avventuroso, rinnovando l’impegno spirituale necessario per immergersi definitivamente nel Sé. " (Dalla Prefazione del libro)
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