I cambiamenti culturali avvengono soltanto quando si sommano le spinte provenienti da una molteplicità di attori sociali: gli individui prima di tutto, ma anche la scuola e le diverse forme di comunità, i media, l’arte, il mondo degli affari e la politica.
Il rapporto State of The World 2010 esamina i confini di questa nuova cultura e ci presenta i suoi protagonisti, nella convinzione che un mondo più sostenibile è un mondo più sano, più giusto e, soprattutto, più felice. I problemi sociali ed ecologici con i quali ci stiamo confrontando dimostrano il fallimento della cultura del consumismo.
Basata sull’individualismo, sulla massimizzazione dei profitti nel breve termine, e sulla convinzione per cui la realizzazione personale sta in ciò che si ha, questa cultura ha generato una quantità di problemi apparentemente insolubili: la crisi climatica, le ineguaglianze tra gli individui e gli stati e un’insopportabile infelicità legata al nostro stile di vita.
È quindi urgente un’inversione di rotta che conduca a una cultura basata sulla sostenibilità.