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Gesù non ha predicato, come si afferma, una dottrina antimondana ma è invece un Maestro, un illuminato che vede ovunque Dio, intorno a noi, dentro di noi, di sotto e di sopra, nel visibile e nell’invisibile: si è accorto che la ricerca di Dio finisce solo quando si raggiunge uno stato di coscienza tale da vedere l’unità nella diversità. Se avesse predicato una dottrina contro la mondanità, non avrebbe fatto quello che ha fatto e non sarebbe stato ciò che è stato. Per conoscere la realtà storica di Gesù bisogna avere il coraggio di raccogliere dalle ceneri della storia anche le più piccole informazioni. Nel tentativo di ricostruire il personaggio, ci si viene a trovare di fronte a sfaccettature diverse, e ogni lavoro su Gesù non farà che raccontare uno solo di questi molteplici aspetti.
Fino a qualche tempo fa persino gli studiosi avevano difficoltà ad accedere ai documenti rinvenuti a Qumran e a Nag Hammadi. Oggi sono diventati accessibili e possono essere analizzati e studiati più seriamente. Giancarlo Rosati commenta: Gesù compare soltanto per sfidare la stabilità d’Israele. Perde la partita, ma cambia la storia del mondo fino ai giorni nostri e potrebbe ancora cambiarla se solo si interpretasse in modo diverso il suo insegnamento. In questo lavoro la cosa più esaltante è la riscoperta del vero insegnamento del Cristo che ci dovrebbe indurre ad accogliere l’idea che i suoi insegnamenti provengono da dottrine più antiche. Gesù insegnava, infatti, una dottrina, ben documentata dai vangeli gnostici, che non è diversa da quella dei mistici pagani, buddisti, indù o musulmani che sono comparsi sulla faccia della terra. Un libro che fa riflettere sulla validità delle altre religioni per procedere su un sentiero comune, al di là dell’oscurantismo dogmatico. Se la storia di Gesù tramandata dai Vangeli canonici è motivo di conflitto e di separazione, significa che non è stata ben costruita o ben spiegata.
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