Un “libro/non libro” di spunti, racconti, mezze riflessioni, mezze verità, stralci di copioni, ottimi inizi senza sviluppo, finali bellissimi privi di tutto il resto... a modo suo un romanzo completo, narrato per imparare a non comprendere, o per disimparare a comprendere, o più semplicemente per farsi due risate. Due risate sul non senso e due risate sulla morte, totale quattro risate sulla vita, meno le tre risate che riportavo, un’unica grande risata. I Monty Python solevano dire Just remember that the last laugh is on you. Ecco, questo è un libro che, tenendo ben presente detto assunto, viaggia da Dio all’Uomo, dall’Amore al Teatro, all’amore per il teatro, al teatrino dell’uomo, all’umanità di Dio. Ma lo fa con il gioco di fare, come piace a noi.
Dalla prefazione di Antonio Rezza: “Ci si può perdere in queste pagine immediate, ci si può distrarre come i personaggi, ci si può sentire personaggi con in mano un libro di figure abbozzate e mediocri nella loro sedicente umanità. Che è veramente disumana, eroica nell’attaccamento alla vita reale, la vita che ti uccide mentre vivi e che ti lascia vivo nel deserto delle tue ambizioni...”.