Il Corpus dionisiano, sintesi del neoplatonismo greco e del pensiero cristiano, è costituito da una serie di scritti: la Gerarchia celeste, la Gerarchia ecclesiastica, i Nomi divini, la Teologia mistica e Lettere. “Della natura divina non c’è parola, né nome né conoscenza; non è tenebra e non è luce, né errore, né verità, e nemmeno esiste di lei in senso assoluto affermazione o negazione, ma quando affermiamo o neghiamo le cose che vengono dopo di lei, non affermiamo né neghiamo lei; dal momento che supera ogni affermazione la causa perfetta e singolare di tutte le cose, e sta al di sopra di ogni negazione l’eccellenza di chi è sciolto assolutamente e da tutto e sta al di sopra dell’universo".
Questi scritti per certi aspetti stanno alla base della teologia medioevale di lingua latina nelle sue più svariate forme (dalla dottrina degli angeli all’ecclesiologia), in quanto furono attribuiti anacronisticamente a quel Dionigi, personaggio ateniese, convertito da San Paolo dopo il discorso all’Areopago narrato negli Atti degli Apostoli. In realtà in questi scritti è chiaramente presente un linguaggio neoplatonico molto vicino a quello di Proclo e di Damascio, il che lascia pensare a una datazione intorno alla metà del VI secolo. Furono commentati da Massimo il Confessore e da Giovanni Scoto Eriugena, e si possono considerare il punto di partenza di tutta la teologia negativa e fonte di ispirazione del misticismo cristiano medievale e moderno, da Meister Eckhart fino a Edith Stein.
Dopo la scoperta in età moderna della loro inautenticità, ci si è resi conto della preminenza del pensiero neoplatonico su quello cristiano. Cristo, pur spesso citato, non trova spazio adeguato nell’impianto metafisico-teologico, in modo sorprendente. Resta un mistero se l’Autore fosse un credente che cercasse di assorbire nel pensiero cristiano il pensiero tardo-antico pagano, o se fosse un dotto filosofo che cercasse invece di assorbire nel pensiero pagano il pensiero cristiano. Carlo Maria Mazzucchi, nel Saggio integrativo che qui presentiamo, illustra l’ipotesi rivoluzionaria secondo la quale l’Autore potrebbe essere proprio Damascio, che ha scritto questo imponente Corpus in senso anticristiano. In ogni caso, va tenuto presente il fatto che la “storia degli influssi” del Corpus dionisiaco va ben al di là degli intenti dell’Autore, e che alcune pagine rimangono esemplari, e sotto vari aspetti costituiscono punti di riferimento irreversibili.
Piero Scazzoso (1912-1975) è stato docente di Lingua e Letteratura greca all’Università Cattolica di Milano. Studiò a fondo il linguaggio e il significato del Corpus nella tradizione cristiana, soprattutto orientale. Alla traduzione delle opere del Corpus dionisiano lavorò per quindici anni (dal 1960 alla morte). Morì prima di vedere la pubblicazione della sua traduzione.
Enzo Bellini (1934-1981), è stato docente di Storia della Teologia presso l’Università Cattolica di Milano e di Patristica e Patrologia presso la Facoltà Teologica Interregionale di Milano. Era specialista del pensiero tardo-antico cristiano, cui ha dedicato una serie di lavori. Negli ultimi anni si era occupato soprattutto dell’approfondimento del pensiero metafisico-teologico espresso nel Corpus dionisiano. A lui è stato affidato il compito di preparare la pubblicazione della traduzione di Scazzoso, accompagnata dalla sua interpretazione, espressa nel nutrito Saggio introduttivo e negli imponenti apparati (prefazioni, parafrasi, note e indici).