Caporetto 1917 - Delitto Matteotti 1924
Basovizza 1930 - Cefalonia 1943
San Miniato 1944 - Bolzano 1945
Piazza Fontana 1969 - Omicidio Calabresi 1972
Sequestro Moro 1978 - G8 di Genova 2001
Può una nazione dai mille passati avere un futuro comune?
Nel luglio del 1944, a San Miniato, durante la ritirata dell’esercito tedesco e la risalita della penisola di quello alleato, più di cinquanta civili vengono massacrati all’interno della chiesa del paese: strage nazista o una bomba lanciata dagli americani? E poi: i campi di concentramento fascisti, le foibe, l’emigrazione, il terrorismo... L’elenco degli episodi controversi che costellano la storia dell’Italia unificata potrebbe estendersi all’infinito: dall’eccidio delle Fosse ardeatine alla strage di piazza Fontana, dagli attentati negli Anni di Piombo alla morte di Carlo Giuliani.
Ognuno di questi eventi ha generato una memoria pubblica frammentata e belligerante, fatta di verità tutte assolute e tutte in contrasto tra di loro che si esprimono nei monumenti, nelle targhe, nei memoriali destinati a far trionfare l’una o l’altra versione. Secondo John Foot, fatta l’Italia e gli italiani, non siamo mai riusciti a fare del tutto i conti con il nostro passato, a causa della perenne fragilità dello Stato e delle tante guerre civili che ne hanno segnato la storia sin dalla nascita della nazione nel 1860. Questo viaggio nella memoria divisa del Paese porta Foot tra i monumenti alterati e nascosti nel tempo, tra le lapidi criticate e danneggiate, tra le commemorazioni contestate, ma anche faccia a faccia con le assenze e gli assordanti silenzi di quello che non è stato ricordato, che è stato rimosso.
È un viaggio che lo storico affronta indossando anche i panni del reporter e del detective, per riuscire a scavare nelle tante microstorie che hanno determinato la visione pubblica del passato. E ci restituisce un’Italia fragile, incerta sulla propria identità, in lotta con se stessa. Ma ben lontana dal costituire “solo un’espressione geografica”.