Per sfuggire all'impasse etica e intellettuale il Cristianesimo deve ricoprire la via mistica, che non è ritiro nel chiostro ma ascolto del divino incarnato nei minuti gesti di ogni giorno. Alan W. Watts rivendica nel Dio visibile l'estrema attualità del Cristianesimo, spoglia la religione della Chiesa dei suoi tanti rivestimenti e travestimenti morali e ne coglie il nucleo nel concretissimo mistero dell'Incarnazione. Per Watts, infatti, il Dio cristiano non è una presenza remota né un obiettivo lontano da raggiungere, desiderare o temere: è "più vicino a noi di noi stessi", è la semplice verità sulla nostra esperienza.
Quella via mistica che porta l'Occidente a incontrare la paradossale sapienza del buddhismo orientale, l'impossibile ebbrezza dei saggi zen per cui la religione è un vento fresco che soffia nel cielo azzurro. Ma saprà il Cristianesimo accettare l'invito alla gioia del Dio fattosi uomo? Watts non ha risposte, ma afferma convinto che da questo, non da equilibrismi etici, teologici o sociali, dipende il destino della principale religione dell'Occidente.