Entrambi gli autori sembra di capire da cenni sparsi nel libro, sono luterani e tuttavia frequentano da molti anni maestri indiani e tibetani.
Ed è straordinario il loro impegno nell'avvicinarsi a un terreno tanto lontano dal cristianesimo protestante quanto quello del buddhismo tibetano.
È questo impegno volto alla comprensione, in un autentico spirito appunto di dialogo fra le religioni, che costituisce l'interesse del libro.
Qui leggiamo parole molte chiare sulla storia del Tibet, con la diffusione del buddhismo e la nascita delle varie scuole; scorgiamo l'architettura triadica dei "veicoli" dal punto di vista del terzo di essi, il Vairayaîna; gettiamo uno sguardo alle peculiarità del tantrismo, alla meditazione in punto di morte, al significato della preghiera nei monasteri tibetani.
Non è una descrizione superficiale, in ossequio alle mode New Age, ma un tentativo di interpretazione intelligente.
C'è anche un interessante capitolo sugli oracoli e le loro "trance": tali "stati di coscienza potenziati che si differenziano dal livello energetico della coscienza ordinaria" vengono utilizzati come "mezzo per percepire altri livelli della realtà".
Gli oracoli di Stato hanno spesso avuto un ruolo importante nella storia politica del Tibet, ma accanto a essi esistono anche oracoli minori, alcuni dei quali sono stati incontrati e consultati dagli autori.
La storia del Tibet, il mondo spirituale del buddismo tibetano, l'incontro con i medium e l'oracolo di stato.