Opera prima del ciabattino entusiasta Jakob Böhme, scritta di getto nel tentativo di esprimere in parole il contenuto della rivelazione mistica ricevuta, Aurora è stata colpita da accusa di eresia subito dopo la sua stesura nel 1612.
Da allora il libro è scomparso e riapparso nel corso dei secoli seguendo vicende storiche complesse e affascinanti, letto in cenacoli di pochi iniziati e conservato gelosamente dai discepoli che lo salvarono dal silenzio – se non dalle fiamme – della censura.
Si presentano per la prima volta in traduzione italiana a partire dal manoscritto originale i primi sette capitoli – una parte in sé conchiusa dell’opera – di un testo fondamentale del misticismo tedesco. L’ampia introduzione alla lettura consentirà al lettore di entrare in contatto con un pensatore mistico del tutto inusuale, che lo stesso Hegel, apparentemente distante dagli eccessi barocchi di Böhme, definì “primo filosofo tedesco”.