Dall’Odissea ai mistici moderni, passando per l’analisi delle teorie di tutte quelle dottrine che hanno fatto dell’aldilà la loro principale materia di studio (come la teosofia o l’antroposofia), Jakoby sottolinea le analogie che intercorrono tra le diverse epoche e le differenti scuole di pensiero per poi giungere alla conclusione che l’anima non muore mai.
L’autore ha dedicato la sua vita alla ricerca e allo studio dei fenomeni che accompagnano la morte, la morte apparente e tutto ciò che riguarda l’aldilà. In queste pagine non espone teorie, ma offre un valido apporto ai suoi studi attraverso racconti di esperienze vissute in prima persona da testimoni, resoconti di persone sopravvissute a esperienze di pre-morte, testimonianze di esperti di ipnosi regressiva che hanno guidato i loro pazienti, sotto ipnosi o in stati alterati di coscienza, a rivivere momenti delle loro esistenze precedenti.
La tesi dell’autore è che l’anima possiede una sua consapevolezza indipendentemente dal corpo, contrariamente a quanto sostengono altri, secondo cui quella che chiamiamo coscienza non sarebbe che la manifestazione corrispondente dei processi biochimici cerebrali.