Tra i numerosi benefici dell’addestramento alla meditazione vi è un'eccezionale memoria per parole e immagini, migliore attenzione e lucidità, controllo e persino eliminazione delle emozioni negative.
Può il buddhismo insegnare alla scienza che anche le emozioni più turbolente e istintive possono essere domate con l’addestramento, e offrirci una via di scampo dall’im pla cabile meccanismo per cui più si ha e più ci si convince di dover avere, per essere felici? Ha ragione il buddhismo a fare della compassione la principale virtù umana, e ha torto la scienza a trascurarla?
Ventitré voci di esperti in neuroscienze e scienze cognitive e comportamentali sostengono che il buddhismo ha solidi fondamenti scientifici, e che la scienza può partire da presupposti buddhisti per nuove indagini.
Un coro ricco e qualificato, di famosi scienziati di cultura occidentale e maestri buddhisti, fra cui lo stesso Dalai Lama, s’incontrano nella roccaforte della scienza americana (il MIT, Massachusetts Institute of Techology) per gettare nuova luce sulla natura della mente umana.