Un libro che parla di lavoro, di “risorse umane”, in un’Italia che tanto è cambiata e tanto continua a cambiare, dando voce a figure professionali altrimenti ignote o banalizzate dai luoghi comuni. Si parla di morti, di mobbing, di competizione e anche di rivolta, di operai, manager e camionisti… “Può sembrare temerario parlare di lavoro nell’epoca della fine del lavoro e del precariato diffuso, dove quello a tempo indeterminato è una bestemmia dell’epoca. Cancellato dai media, trattato con fastidio e colpevole spirito servile da giornalisti e opinionisti, è il tema più rimosso di questi anni. Io sono solo un narratore, uno che può prestare i sensi (parole, sguardi) e che vuole capire. Un non esperto che ha attraversato l’Italia cercando di catturare percezioni di prima mano, scansando la cronaca e cercando le storie, l’epica, con uno sguardo aperto e meravigliato in una geografia che tiene conto anche di un retroterra di memoria, soprattutto letteraria, di riferimento. Le storie che ho raccontato sono solo una campionatura di un grande libro ‘in fieri’, di lavori e mestieri, antichi o nostri contemporanei, nel qual riportare al centro la persona, le sue rabbie, le aspettative deluse, i desideri e i sogni.