Nessuna famiglia dovrà patire ciò che noi abbiamo subìto. Io posso solo continuare a battermi per una legge che rispetti la persona, che non dia ad altri, se non a lei stessa, il diritto di decidere del proprio corpo. Il 9 febbraio 2009 Eluana Englaro moriva. Ci sono voluti 6233 giorni perché il padre potesse dirle addio e liberarla; diciassette anni di vita sospesa fra la vita e la morte, durante i quali Beppino Englaro ha lasciato il suo lavoro e si è immerso nelle carte. Ha studiato codici e regolamenti, ha partecipato a convegni e incontrato politici, giuristi e teologi, nel tentativo di capire come dar voce alla figlia e far rispettare la sua volontà percorrendo sempre la strada della legalità.