Giancarlo Bosetti
Giancarlo Bosetti (Varedo, 20 aprile 1946) è un giornalista e scrittore italiano.Laureato in Filosofia con Emilio Agazzi e Mario Del Pra all'Università Statale di Milano, inizia l'attività giornalistica nel 1969. Nel quotidiano l' "Unità" è stato capocronista, caporedattore e vicedirettore con la responsabilità del settore culturale. Negli anni ottanta ha portato sul giornale del Pci, poi del Pds, gli autori del pensiero liberale europeo e americano, con interviste e inchieste, sviluppando un'intensa collaborazione, tra gli altri, con Norberto Bobbio, Ralf Dahrendorf, Karl Popper, Giovanni Sartori, Isaiah Berlin, Amartya Sen, Robert Dahl. Proseguendo questo indirizzo di lavoro culturale liberalsocialista in forma autonoma, pur mantenendo responsabilità nel quotidiano della sinistra, alla fine del 1993 ha fondato, insieme a Norberto Bobbio e Vittorio Foa (e con un gruppo di intellettuali in prevalenza filosofi, sociologi, politologi ed economisti) la rivista di cultura politica “Reset", di cui è tuttora direttore. Ha lasciato l'Unità nel 1999 e collabora attualmente, come editorialista, con la Repubblica. Dal 1995 al 2003 ha tenuto corsi di sociologia della comunicazione e giornalismo alla Terza Università di Roma e poi dal 2003 al 2009 all'Università La Sapienza. Ha lavorato per anni alla confluenza dell'eredità della sinistra italiana con una ispirazione laica, liberale e liberalsocialista. Ha contrastato con efficacia le interpretazioni e deformazioni conservatrici dei maggiori pensatori liberali, tipiche dello scenario italiano. Il suo lavoro con Popper – i due testi della “Lezione di questo secolo” e “Cattiva maestra televisione” – sono stati ripubblicati e tradotti in inglese (da Routledge), oltre che in diverse altre lingue, sulla base dell'edizione originale italiana. Negli ultimi anni, sulla rivista e con pamphlet polemici, ha sviluppato i temi della democrazia deliberativa, delle deformazioni mediatiche del discorso pubblico, del pluralismo politico e culturale. Ha preso a bersaglio soprattutto le posizioni conservatrici, etnocentriche e razziste, che ostacolano in Europa l'integrazione degli immigrati e il dialogo interculturale. E da ultimo ha attaccato in modo pungente anche la sordità dell'estremismo laicista, che accusa di farsi assorbire dal conflitto con la Chiesa romana e di perdere di vista le novità dell'epoca “postsecolare”: la forza e la varietà delle religioni sulla scena pubblica, il collasso delle ideologie politiche, il pluralismo delle culture nelle società europee.
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