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Paolo Tranchina, Maria Pia Teodori
PAOLO TRANCHINA, psicologo analista specializzatosi all’Istituto C.G. Jung di Zurigo, ha lavorato a Milano privatamente e nella scuola sperimentale della Società Umanitaria. Ha partecipato alla deistituzionalizzazione dell’Ospedale Psichiatrico di Arezzo con l’équipe di A. Pirella (Norma e antinorma, 1978; Psicoanalista senza muri, 1989) e di Firenze, e intervenendo sul territorio a Scandicci e a Prato nell’équipe di A. Parrini (Il segreto delle pallottole d’argento, 1974). Con Pirella pubblica dal 1970 la rivista «Fogli di Informazione». Dirigente di Psichiatria Democratica, è co-fondatore, a Firenze nel 1991, di Psicoterapia Concreta (Psicoterapia Concreta, 1994; Inconscio istituzionale, 2006). Ha insegnato psicoterapia alla Clinica Psichiatrica dell’Università di Verona ed è didatta della Società Psicoanalitica di Zurigo-Kreuzlingen, fondata da N. Elrod, che ha approfondito i rapporti tra psicoanalisi, psichiatria e psicoterapia delle psicosi. Si occupa di supervisione nei servizi (Un Sagittario venuto male, 1998; Forme di vita, 2002) e insegna alla Scuola di Psicoterapia Analitica «Aion» di Bologna. Scolpisce nella pietra Grandi Madri, Dèi, Guerrieri e Amazzoni.
MARIA PIA TEODORI, psicologa, psicoterapeuta, ha lavorato nella scuola in provincia di Pesaro e Urbino e nei servizi di salute mentale a Grosseto, partecipando alla realizzazione di un sistema di case famiglia che ha accolto, inizialmente, lungodegenti dell’Ospedale Psichiatrico di Siena. Dopo essersi occupata di salute mentale e tossicodipendenze presso la Regione Toscana, ha assunto la direzione dell’Unità Operativa di Psicologia della ASL di Firenze, dove è responsabile di un servizio per l’infanzia e l’adolescenza e del centro per i disturbi del comportamento alimentare. Redattrice dei «Fogli di Informazione», è tra i fondatori della Società Italiana di Psicoterapia Concreta. È coautrice di numerose pubblicazioni, tra cui Portolano di Psicologia (1994), Manicomio ultimo atto (2003), Legge 180 XXX anno (2008), Storie di vita, storie di follia (2009).
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Afrodite
Storia e psicologia di un mito
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Novità |
Perché la dea dell’amore ama il dio della guerra? Perché la dea più bella sposa il più brutto degli dèi? Il libro ricompone la storia della dea dell’amore dalle sue origini più remote, alla Mesopotamia e al periodo greco, fino alla sua dissoluzione nel IV secolo d.C. Insieme all’Afrodite greca, la Venere romana, gli autori tracciano a tutto tondo le principali figure che accompagnano la dea. Da Ares, il dio della guerra, suo amante preferito, al marito Efesto, il dio del fuoco, ma anche Attis-Adone, il suo fragile figlio-amante, colto anche in un’interessante variante poco nota, come Agdistis, di origine anatolica. Un ruolo importante non può che occupare Eros, che da sempre si accompagna ad Afrodite, e il goffo Priapo, l’ultimo degli dèi. Particolare interesse è dedicato alla favola di Amore e Psiche, come pure ai rapporti tra Eros e Thanatos, in Freud, e tra Eros e Logos, in Jung. Dopo un’approfondita discussione su Afrodite medico, la bellezza che cura, il testo si conclude di fronte alla Venere fiorentina del Botticelli, agli Uffizi, con la riflessione sul senso assoluto di rinnovamento che la dea rappresenta per la nostra era.
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