Babaji è un cosiddetto Avatar, o incarnazione divina, che di tanto in tanto appare in forma di maestro per aiutare l’uomo nel difficile cammino evolutivo. Il Maestro Paramhansa Yogananda fu il primo a far conoscere ampiamente questa figura al mondo occidentale, nella sua autobiografia. Babaji, quale incarnazione di Shiva stesso, è considerato il Maestro primordiale, il Guru di tutti i guru, che da sempre reca all’umanità la scienza dello Yoga. Oltre a presentare tale meraviglioso personaggio, quest’opera tratta in particolare della sua ultima manifestazione in forma umana, avvenuta in India, nel villaggio di Hairakhan, alle pendici della catena dell’Himalaya, dal 1970 al 1984.

Dall’imbroglio della vita, dal mio cadere battuto, sconfitto nei suoi inganni, dal farmi acchiappare ogni volta dal film, nasce questo lavoro che combina il Portaolio delle più belle foto di 20 anni di miei lavori e parole per comporre una canzone che non voglio e non devo scordare. E imparando a cantarla davvero, mi rendo poco a poco libero dal credere che tutto questo che appare ai miei occhi, alla mente e al cuore, di bene o di male, bello o brutto, sia vero, mi sveglia e mi porta a cercare oltre il sogno, a cercarTi e a trovarTi, Madre che crei tutto il Film, Madre che mi vuoi svegliare e portare cosciente alla Vita, al Tuo giorno nuovo che viene. La notte è finita, La Luce Vera rinasce nel mondo, e i fantasmi del buio scappano facendo danno e rumore.

Diario straordinario della prima discepola italiana di Babaji, tra i primi occidentali ad averlo incontrato. Dopo le esperienze del ’68, Valeria parte per l’India, ‘pioniera della strada’, alla ricerca di una risposta agli interrogativi dell’esistenza. Le incredibili, coraggiose e durissime vicende, come Babaji ha rivoluzionato la sua vita, a cominciare dal nome, la favola del Dio-uomo: una Autobiografia di una Yoghini Occidentale alla fine del XX° secolo.

Dio è un Papà-Bambino che corre e gioca mano nella mano coi Suoi figli. Come? Con ironia, scherzi, leggerezza. E scappa via dai cunicoli di tristezza, di seriosità, dal pessimismo cupo. Vola a chi sa sorridere e divertirsi comunque, col bello e col brutto, nella gioia e nel dolore e sa vederci dietro sempre Lui, che si punzecchia per farci giocare sempre allegri e portatori di allegria. “Libbero” è così: un bambino di quarant’anni che non si è lasciato crescere. Numismatico e archeologo fuori, dentro ride e si diverte di tutto e di tutti. E il Divino gioca con lui. Babaji lo chiamò ad Hairakhan per ridere un po’, per alleggerirsi insieme a lui tutta l’amarezza che bevevo a fiumi, ogni giorno.

Questo è un altro Viaggio per immagini, un racconto fotografico, una storia vera. È la mia storia intima, la storia del mio Viaggio, che in questo momento è anche la storia di molti come me, forse la vostra storia. Perché questo è il tema della Trasformazione. È la storia del bruco che diventa farfalla, la cronaca dettagliata del suo viaggio di ritorno da verme a creatura del Cielo, e la sua sofferenza e la sua gioia rivinta. È il passaggio nel tunnel oscuro della tristezza e del dolore che ognuno di noi deve attraversare per giungere alla sua Luce. È la ricerca. È l’attesa, È la lotta contro le forze in noi che ci trattengono. È la speranza che, dopo il muro d’ombra, c’è la Luce.

Titti e la sua grande scalata all’Amato. Una vita spesa a cercarLo nei mille Babaji che ha incontrato lungo la Via. Mille sempre Lui. Una sfida costante. Una bimba, amata, ricca, viziata si sveglia a quasi vent’anni e parte sola per l’India immensa, determinata a trovare il suo Amore Shiva o morire. Lascia tutto: casa, famiglia, denaro e il suo piccolo amore puro, Francesco, e si butta “on the road” guidata dalla Voce Interiore che non la lascia mai. Sui 5000 metri dell’Himalaya, scalza e disperata, riscatta Dio: “O ti fai vedere o mi ammazzo".

Sull’orlo del baratro arriva Lui, il Deus ex-machina che beve il veleno del mondo: Shiva Jahvé, Unità suprema di maschile e femminile, Il Padre-Madre universale. Un viaggio colto, leggero e affascinante nel mondo di Shiva e delle sue ultime apparizioni umane: Babaji Mahavatar, Le testimonianze dal 1800 fino ad oggi, la storia, i luoghi, la pratica spirituale e il rapporto tra Maestro e discepolo, la mitologia, lo Shivaismo e la Religione Universale: il Divino si fa uomo per portare l’umanità ad un livello più alto di coscienza. Infine, lo stesso Babji racconta le storie del saggio Vasishta: la danza Shiva, il continuo infinito presente, l’universo oltre il tempo assume i toni della favola.

“Ogni parola dell’Hairakhandi Sapta Shati è un mantra divino. Leggerla e recitarla libera la mente dalla preoccupazioni, guarisce da malattie incurabili e risolve tutti i problemi, mentre l’aspirante al sentiero spirituale raggiunge la perfezione divina che desidera avere: prosperità nella vita, felicità e pace spirituale. Queste preghiere divinamente ispirate sono state scritte grazie alla Divina Energia che risiede nel mio cuore: sono pubblicate per il bene del mondo. I credenti di tutti i sentieri che portano a Dio vengano e adorino la Madre Divina con questi grandi versi: che vi rendano felici. Ricevete felicità, prosperità e pace. Questo è il mio desiderio e la mia benedizione per voi”.

Ogni volta che l’umanità affronta dei momenti difficili, il Divino scende sulla Terra per aiutare la trasformazione e per indicare la strada. Apparso in India ad Hairakhan, un remoto villaggio sulle montagne Himalayane, in questi anni di crisi mondiale a tutti i livelli, Babaji, il Mahavatar, è venuto a portare il Suo messaggio di Verità, Semplicità e Amore. Tre concetti base, essenza di tutte le religioni, che sono i tre volti dell’Uno: Amore. Only Love: è solo Amore che Lo ha portato tra noi, Amore per gli uomini e per la Creazione tutta…