Perché la dea dell’amore ama il dio della guerra? Perché la dea più bella sposa il più brutto degli dèi? Il libro ricompone la storia della dea dell’amore dalle sue origini più remote, alla Mesopotamia e al periodo greco, fino alla sua dissoluzione nel IV secolo d.C. Insieme all’Afrodite greca, la Venere romana, gli autori tracciano a tutto tondo le principali figure che accompagnano la dea. Da Ares, il dio della guerra, suo amante preferito, al marito Efesto, il dio del fuoco, ma anche Attis-Adone, il suo fragile figlio-amante, colto anche in un’interessante variante poco nota, come Agdistis, di origine anatolica. Un ruolo importante non può che occupare Eros, che da sempre si accompagna ad Afrodite, e il goffo Priapo, l’ultimo degli dèi. I rapporti tra queste figure si articolano qui su continue interrogazioni psicologiche.
La trasversalità della dea è colta in rapporto con le grandi figure che costellano i riti dell’amore. Da Ecate a Persefone e Nemesi, fino a Circe, le Sirene, Medea, Arianna e Lilith: l’analisi psicoanalitica scava tra specificità e differenze, unione degli opposti e inconciliabili alterità. Si esaminano anche la prostituzione sacra, praticata in tutto il bacino del Mediterraneo, e la filosofia di Empedocle che pone al centro del suo sistema – apprezzato anche da Freud – Afrodite, e i versi di Saffo, la dolcissima poetessa della dea.
Gli aspetti negativi di Afrodite assassina, colei che sta sulle tombe, aprono inquietanti dialettiche tra bene e male, amore, morte e perversione: stupro, pedofilia, demonismo. Particolare interesse è dedicato alla favola di Amore e Psiche, come pure ai rapporti tra Eros e Thanatos, in Freud, e tra Eros e Logos, in Jung. Dopo un’approfondita discussione su Afrodite medico, la bellezza che cura, il testo si conclude di fronte alla Venere fiorentina del Botticelli, agli Uffizi, con la riflessione sul senso assoluto di rinnovamento che la dea rappresenta per la nostra era.