Se non fosse esistito il collezionismo di piante, non esi¬sterebbe il giardino quale lo intendiamo oggi. Fino alla vigilia della Rivoluzione francese, la patata era così rara che Luigi XVI se ne appuntava un fiore all'asola della marsi¬na: meno di un secolo più tardi, la facilità di adattamento del tubero sudamericano ai climi europei e il suo potere nutritivo ne avrebbero favorito la monocultura in paesi come l'Irlanda, a scapito di ortaggi e cereali, causando disastri economici e epidemie di scorbuto. Come si sarà definito, durante il Grand Siècle, quello spirito che era agli opposti dell' ésprit di rigore? Non conosceremmo il sapore della pesca e della mandorla, dell'arancia e del pomodoro, e neanche a spremerci come limoni potremmo descrivere una pelle vellutata, gli occhi di una bellezza orientale, il colore di un tramonto, o quello della faccia di un timido in difficoltà, se fin dall'antichità viaggiatori e mercanti, monaci e botanici non avessero portato con sé semi e talee...