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Dorothea e Friedrich Schlegel
ratello minore di August Wilhelm, col quale collaborò tra il 1798 e il 1800 alla redazione della rivista Athenäum, destinata a divenire l’organo della prima generazione romantica, Friedrich von Schlegel (1772-1829) fu tra i principali teorici della nuova poetica anticlassica, che delineò nei celebri Frammenti (1798), pubblicati su Athenäum, e nelle Idee (1801). Autore nel 1799 di Lucinde, un romanzo a sfondo autobiografico che suscitò notevole scalpore per l’audacia dei contenuti, Schlegel sposò nel 1804 Dorothea Mendelssohn (1763-1839), figlia del filosofo ebreo Moses e sposata in prime nozze col banchiere Simon Veit, dal quale s’era separata cinque anni prima. Coltissima, cresciuta sin dall’infanzia in un ambiente culturalmente raffinato, Dorothea contribuì in maniera rilevante agli studi filologici del marito e può senz’altro considerarsi una figura di primo piano del Romanticismo tedesco ed europeo. Dopo aver vissuto a Berlino e a Parigi, nel 1808 gli Schlegel si trasferirono a Vienna, dove Friedrich, convertitosi al cattolicesimo, divenne uno stretto collaboratore di Metternich, abbracciando in pieno la causa della Restaurazione.
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La Storia del Mago Merlino
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DISPONIBILITÀ IMMEDIATA
Novità |
Ritrovata nell’archivio di Stato di Berlino dove era rimasta celata, quasi per effetto di un incantesimo, sin dagli inizi dell’Ottocento, "La storia del Mago Merlino" appare qui in una nuova edizione italiana, proponendosi però come “sorpresa culturale” anche per il pubblico tedesco ed europeo. Ma chi era Merlino? Incantatore o profeta, figlio del diavolo o principe del Bene, saggio o folle, taumaturgo o anticristo? Unica nel suo genere, quest’opera ha il pregio di introdurci segretamente nel mondo magico di Merlino, dove le profezie s’intrecciano con le avventure, gli incantesimi con gli amori, fino a rivelarci, in un tono a volte desueto ma proprio del testo medioevale, gli aspetti più oscuri e meno conosciuti di questa singolare creatura, in bilico tra il mito e la letteratura, tra il sogno e la memoria. Pubblicata nel 1804 sotto la dicitura “Edita da Friedrich Schlegel”, "La storia del Mago Merlino" fu tradotta e rielaborata sulla base di un antico manoscritto dalla moglie Dorothea che partecipò attivamente agli studi filologici del cenacolo romantico di Jena. “Messer Friedrich dalle tasche vuote” (come allora era ironicamente soprannominato da Brentano per la sua proverbiale mancanza di denaro) e Dorothea condivisero l’entusiasmo del tempo per i primi capolavori letterari e, rivalutando il fantastico e il favoloso, portarono alla luce, durante il loro soggiorno a Parigi, innumerevoli tesori del passato.
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