La routine della vita urbana genera alienazione, frustrazione e sofferenza. Nelle città smarriamo il senso dell’interconnessione di tutto ciò che esiste. Zachiah Murray ci indica una via per recuperarlo che è al contempo un percorso di crescita personale e spirituale: il giardino. Il giardino è un santuario dell’interessere. Entrandoci in presenza mentale, zappando, seminando e potando in piena consapevolezza, riconoscendo la presenza del sole, della terra, dell’acqua e del nostro impegno nei fiori che coltiviamo, ci sentiamo parte di un tutto, vediamo noi stessi nella natura e la natura in noi stessi. Ma il giardino è anche uno specchio della nostra anima.