Con questo lavoro, che è un lavoro di teoria della psicoterapia ma che per le sue implicazioni epistemologiche si rivolge anche ai non clinici, l'autore fornisce un contributo a una pratica della psicoterapia fondata sulla sensibilità e alla sua possibilità di insegnamento/apprendimento. Si muove in tal modo, in direzione di un'estetica della cura, dove l'"estetica", menzionata nel sottotitolo, non va intesa in senso filosofico, come dottrina del bello; va invece collegata, secondo l'etimo greco, alla conoscenza sensibile, e sta ad indicare il sentimento del rispetto da parte del clinico, la capacità di uscire dai percorsi usuali, di assumersi la responsabilità di sé e degli altri. L'autore, profondo conoscitore di Gregory Bateson, si propone con questo lavoro di "acquisire, attraverso lo studio di Bateson, nuove idee per pensare alla psicoterapia".