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Charles Berner, Sri Yogeshwar Muni
Charles Berner –Sri Yogeshwar Muni (nome che ricevette dal suo Maestro Kripalvananda) creò l’Intensivo di Illuminazione nel 1968. Fu un noto fisico matematico e per molti un Maestro spirituale. Le sue intuizioni lo spinsero a studiare le vie religiose, l’induismo, lo zen, il cristianesimo, ma anche gli approcci più moderni e le più svariate metodologie di crescita personale e in modo particolare la comunicazione. Egli comprese profondamente che noi tutti non siamo esseri fisici, ma al di la dello spazio, della materia, del tempo e della mente. Il suo guardare oltre il limite, l’amore verso gli altri e verso la Meta ultima di ogni via, lo guidarono fino alla grandissima intuizione che rese l’Illuminazione un’esperienza accessibile a qualunque ricercatore sinceramente motivato: l’INTENSIVO di ILLUMINAZIONE.
L’Intensivo di Illuminazione, per molti aspetti richiama il metodo usato nei ritiri Zen. Regole, orari, ritmi….. Ma Yogeshwar cambiò il modo di vedere la meditazione: avvicinò i meditanti; li mise uno di fronte all’altro con una sola domanda: “Chi sono io?”. Poi espose questo principio: ciò che viene comunicato e compreso da un altro essere cosciente, se ne va. Ciò che non viene esternato tende a rimanere e a offuscare la realtà. Diede quindi la possibilità ai ricercatori di comunicare quello che appariva nella loro mente durante la meditazione. Fu una vera rivoluzione. Grazie a tempi che scandivano i turni fra chi meditava e chi ascoltava, la comunicazione si rivelò uno strumento rapidissimo per svuotare la mente da ogni idea sulla Verità, ogni concetto e falsa identità su chi siamo veramente. Fu un’eccezionale combinazione di fattori che rese il processo che porta all’Illuminazione, veloce, reale e consapevole.
Di seguito un breve tratto del racconto di Yogeshwar, per farvi assaporare la semplicità e la profondità delle sue parole, e per sentire il profumo delle prime esperienze fatte con l’Intensivo di Illuminazione.
“Sicché riflettevo su questo problema in quel magnifico pomeriggio di primavera sulle montagne, e d’improvviso mi venne l’idea: “Perché non riprendere la vecchia questione del “Chi sono io?”, che è vecchia almeno sette mila anni e combinarla con la tecnologia della comunicazione che ho appreso?”. E quella domanda, “Chi sono io?”, si unì alla comunicazione e così nacque l’Intensivo di Illuminazione. Non è che stetti li seduto a pensarci per molto.
Stavo riflettendo: “Com’è che potremmo aiutare la gente ad accelerare questo processo di scoperta di sé?”, e sebbene da lungo tempo le tecniche zen e gli approcci alla riflessione yoga mi fossero familiari, sapevo quanto tempo ci voleva, ed ero un pò scoraggiato alla prospettiva che sarebbero passati anni prima che i partecipanti raggiungessero un punto in cui capissero chi sono realmente, in modo che poi potessero cominciare a lavorare veramente ad alcune tecniche spirituali che li avrebbero condotti da qualche parte. Sicché da quella necessità nacque quella scoperta e da quale fonte scaturisse non lo so, ma mi capitò in un momento e non fu una questione di sedersi lì ad immaginarselo; stavo solo chiedendo e la risposta era lì.
Poco dopo dissi ad alcuni dei miei studenti che stavamo per fare un Intensivo. Non dissi loro molto in proposito a ciò che stava per accadere, dissi loro che stavamo per lavorare sulla scoperta di noi stessi e che sarebbe stato intenso. Avevo appena acquistato una proprietà senza alcuna bonifica in pieno deserto californiano, ed avevo circa 30 dollari in tasca. Comprai alcune assi quattro per quattro, le sistemai al suolo, c’inchiodai sopra delle lamine di legno compensato e comprai il cibo di un giorno, in altre parole tutto il cibo che potemmo permetterci finché la gente non cominciò a farsi viva e a compiere dei pagamenti per l’Intensivo. Effettivamente vennero, ce n’erano ventisei. Misi alcune zanzariere tutt’intorno, srotolai dei tappetini sul suolo scoperto e dissi: “Bene, eccoci qui.”; ed ancora, tutto ciò che avevo in testa era questo flash di ciò che sarebbe stato un Intensivo. Alla mattina ci svegliammo e ce la mettemmo tutta. Essi versarono il denaro e mia moglie Ava si precipitò in città all’ora di pranzo, comprò un po’ di cibo in più e ce lo portò su (non l’avevo mai confessato prima). E mi prenda un colpo se al secondo giorno i partecipanti non cominciarono ad avere alcune esperienze dirette della Verità. Credevo ci sarebbero voluti cinque, dieci Intensivi perché le prime illuminazioni cominciassero a manifestarsi; con mia gran sorpresa invece, la gente faceva queste esperienze e la cosa esaltava tanto me quanto loro. Di fatto, circa il 40% dei partecipanti ebbe un’esperienza diretta entro la fine dell’Intensivo.
L’entusiasmo era alle stelle, sicché programmammo un altro Intensivo circa tre mesi dopo. Ne diedi sempre di più e, anno dopo anno, stavo tenendo una media di dieci Intensivi di Illuminazione l’anno. Due di questi duravano due settimane, uno ne durava tre, mentre la maggior parte durava dai tre ai cinque giorni. Lasciatemi dire che feci un grosso lavoro preparatorio; provai questo poi quello, lo cambiai prima in un modo, poi in un altro. Scoprii cosa funzionava e cosa no, grazie a migliaia di persone brillanti, equilibrate, loquaci, silenziose, pazze, di tutti i tipi. Negli ultimi venti, venticinque Intensivi, non ho fatto alcun cambiamento; ora sono soddisfatto di sapere veramente cosa sto facendo. È piuttosto interessante il fatto che la percentuale di illuminazioni per Intensivo, è rimasta circa la stessa nel corso degli anni. La profondità delle illuminazioni è però aumentata, ed ora, quasi dieci anni dopo, voglio condividere ciò che ho imparato, con voi. Nel frattempo ho approfondito la meditazione yoga e non ho trovato nulla in tutte le mie esperienze spirituali, incluse le profondità del Samadhi, che contraddica in qualche modo ciò che è nato nell’Intensivo. Effettivamente non ha fatto altro che convalidarlo e rinforzarlo”.
Yogeshwar Muni incontrò presto il suo Maestro e passò gli ultimi quaranta anni della sua vita arrendendosi totalmente a Dio, alla Verità, all’Amore divino. Divenne un santo e un Realizzato. Il suo dono all’umanità va oltre la comprensione ordinaria. In tutto il mondo si praticano gli Intensivi di Illuminazione e molti sistemi simili si sono ispirati a questo.
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Questo Yoga riceve la sua forza dagli insegnamenti di Lakulisha, Maestro Yoga realizzato che visse nel centro dell’India qualche migliaio di anni fa. Nel Gujarath esiste il Tempio che ospita la sua Murti (statua divina fatta in pietra di meteorite, sulla quale si materializzò Lakulisha stesso). Egli riportò alla luce la scienza segreta dello Yoga e poi scomparve. In seguito riapparve ad altri Maestri contemporanei per tramandare ancora questo Yoga. Hari incontrò Lakulisha in un sogno e da allora iniziò la pratica Yoga che lo ha portato a creare questa Scuola. Lo Yoga Naturale è la Via dello Yoga attraverso la resa. In questa pratica l’aspirante si arrende al divino e al movimento spontaneo del prana nel suo corpo. Accadono così tutti i processi e le esperienze yogiche in modo del tutto spontaneo e naturale. Asanas, pranayama, canti divini, mantra, mudra e l’Unione col Sè, arrivano senza alcuno sforzo della volontà personale. Lo Yoga Naturale è la vera Via suprema dello Yoga. Lo Yoga accade in modo naturale. L’unione con il Sè è una cosa del tutto naturale. Non si dovrebbe sforzare qualcosa per raggiungerla, poichè essa è già qui, nell’ora. Per questo nello Yoga impariamo gradualmente ad arrenderci alla Verità, a Dio, al Sè, all’Ultimo. La Resa accade quando noi lasciamo il controllo che poniamo sulle cose. Possiamo chiamare questo approcio Meditazione Naturale o Yoga Naturale.
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