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Pavel Aleksandrovic Florenskij
Pavel Aleksandrovic Florenskij (1882-1937) si laurea nel 1904 in matematica all’Università di Mosca, frequentando contemporaneamente corsi di filosofia antica e di psicologia, e mostrando un interesse crescente per la cultura religiosa. Nel 1908 termina gli studi di teologia e nel 1911 viene consacrato sacerdote ortodosso. Alla vigilia della rivoluzione è considerato, nonostante la giovane età, uno degli intellettuali di spicco della Russia e viene messa in cantiere un’edizione delle sue opere in 19 volumi poi mai realizzata. Segue un periodo in cui si alternano persecuzioni a incarichi scientifici importanti. Nel 1933 viene condannato a dieci anni di lavori forzati e spedito prima nel lager di Skovorodino poi in quello delle isole Solovki. L’8 dicembre 1937, in un bosco nei pressi di Leningrado, viene fucilato e seppellito in una fossa comune. Tra le sue opere, tradotte in italiano: "La colonna e il fondamento della verità" (Rusconi, Milano 1974); "Le porte regali. Saggio sull’icona" (Adelphi, Milano 1977); "Lo spazio e il tempo nell’arte" (Adelphi, Milano, 1995); "Il cuore cherubico. Scritti teologici e mistici" (Piemme, Casale Monferrato 1999); "Il significato dell’idealismo" (Rusconi, Milano 1999); "Non dimenticatemi" (Mondadori, Milano 2000); "Ai miei figli. Memorie di tempi passati" (Mondadori, Milano 2003); "La mistica e l’anima russa" (San Paolo, Milano 2006), "Il concetto di Chiesa nella Sacra Scrittura" (San Paolo, Milano 2008).
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Sulla Superstizione e il Miracolo
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"Le dispute intorno alle superstizioni e ai miracoli sembrano non aver mai raggiunto una soluzione definitiva, accompagnandoci sottotraccia fino ai nostri giorni. Di questo travagliato confronto teoretico e pratico, il lucido saggio di Florenskij sembra pienamente consapevole, sebbene l'intento non sia la ricostruzione storiografica del problema, quanto piuttosto l'analisi delle complesse dinamiche psicologiche e antropologiche che fanno da sfondo ai fenomeni della superstizione e alla costruzione delle loro artificiose macchine illusionistiche. Smontando e smascherando con sottile ironia e arguta argomentazione tali costruzioni, l'attenzione viene spostata gradualmente su ciò che costituisce il totalmente altro rispetto alla superstizione, ma che dalla coscienza ingenua viene erroneamente percepito come simile, vale a dire sul senso del miracolo come evento portatore di significato. Ciò che qui è in gioco non è tanto una contesa dottrinale a difesa della vera tradizione religiosa, quanto la struttura stessa della conoscenza di fronte al rischio di una pericolosa oscillazione tra il fideismo più cieco e il più cinico scetticismo, tra lo spiritismo e il banale appiattimento al visibile."
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L'Infinito nella Conoscenza
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Il pensiero occidentale razionalista ha spezzato il rapporto creativo e contemplativo tra ciò che è visibile e ciò che è invisibile. Eppure è la stessa possibilità della conoscenza a richiedere questo legame, perché “qualunque nostro pensiero tocca l’infinità della conoscenza”. E così, già nel quotidiano, è presente l’eterno. Con argomentazioni logiche e gnoseologiche, e con illuminanti riflessioni sul pensiero matematico di Cantor, Florenskij difende l’imprescindibile costituzione simbolica di ogni atto umano.
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Il Significato dell'Idealismo
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Tutto in Florenskij è orientato verso l'unità sostanziale, l'unisostanzialità; tutto è teso a modellare una Weltanschauung integrale, definita nelle sue varie accezioni ("medievale", "ecclesiale", "trinitaria") come antidoto alla "malattia mortale del secolo", che si manifesta nelle diverse forme di specialismo, nella frammentarietà dell'esistenza e della cultura. Il significato dell'idealismo è un'opera filosofica di zampillante vigore sorgivo, nella quale si rincorrono folgoranti intuizioni logiche, estetiche, ontologiche e mistiche. Dalla loro forza originaria prorompe una luce inattesa che giunge a rischiarare, almeno per un istante, l'oscurità di quelle domande eterne che inquietano il cuore dell'uomo. Forse si tratta di uno degli scritti filosofici più emblematici del pensatore russo, che ne riflette la peculiarità del sincretismo formale e del "pensiero nomade", oltrepassando i confini tra culture, lingue ed epoche, ma sempre alla ricerca insonne dell'unità sostanziale.
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