Il Libretto d'alchimia è un codice plumbeo d'incerta datazione che, fu stampato nel 1910. Una certa notorietà gli venne dal comportamento che Arturo Reghini (Pietro Negri) gli dedicò uno dei fascicoli di UR. Quel commento, con tutte le sue implicazioni ermetico-massoniche, viene qui riprodotto in appendice. Di fatto, però, il "Libretto", con le sue incisioni naif, è rimasto un oggetto nascosto, perché le immagini dell'originale non furono riprodotte da Reghini, e perché, in pratica, il libro diventò introvabile. L'attuale riedizione permetterà quindi di riscoprire tutto l'apparato iconografico che sarebbe altrimenti andato disperso.