Per il ritorno di Fourier. Un gigante dell'utopia. Un progetto che non ha eguali in vastità, complessità, creatività, potenza immaginosa, che talora deborda e dilaga oltre il sapere e la scienza. Il ritorno da un oblio. Cui l'ha abbandonato l'arditezza stessa delle sue proposte (così
l'intero Nuovo mondo amoroso), la resistenza della società repressiva ch'egli tentava sovvertire, l'egemonia marxista che lo demoliva come «non scientifico»; quasi che il materialismo storico fosse una scienza diversa da quella che costruisce l'utopia, una scienza d'interpretazione e progettazione storica, o macrostorica. Non certo una scienza di natura, deterministica, necessaria, come tutto un filone abnorme ha pensato.
Dalla dottrina delle passioni che fonda tutto il suo mondo, la riscoperta della passione come forza che impelle e muove l'intero agire umano, forza in sé buona, che deve armonicamente espandersi, mai reprimersi; dal principio del lavoro appassionato e gioioso, il punto risolutivo che Marx non ha compreso, a tutta l'organizzazione del lavoro e della comunità di lavoro, con le sue luci e le sue ombre. Il nuovo mondo amoroso, l'idea di una rete di rapporti amorosi che intesse l'umanità intera, la pervade di una potente forza unitiva. La radicale emancipazione della donna. L'emancipazione pedagogica dei bambini, della comunità dei bambini, la loro crescita autonoma nel lavoro, la spontaneità dello studio.