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Vittorio Luigi Castellazzi
Vittorio Luigi Castellazzi, psicologo clinico, psicoterapeuta-psicoanalista. Docente di Tecniche psicodiagnostiche proiettive e diagnosi della personalità nella Facoltà di Scienze dell’Educazione dell’Università Salesiana di Roma (1976-2012). Presso la medesima università ha insegnato Psicopatologia dell’infanzia e dell’adolescenza (1979-1996). Ha tenuto corsi di Psicologia dello sviluppo e di Psicopatologia dello sviluppo all’Università Lumsa (1995-2000) e all’Università degli Studi di Roma-Tre (1994-2003). È membro di varie società scientifiche nazionali e internazionali, tra cui la Society for Personality Assessment e l’International Rorschach Society. Ha fondato la Scuola Rorschach e altre tecniche proiettive dell’Università Salesiana. Ha pubblicato presso le Edizioni Las: Psicoanalisi e infanzia. La relazione oggettuale in M. Klein (1974); Psicopatologia dell’infanzia e dell’adolescenza: Le Psicosi (1991) – La Depressione (1993) – Le Nevrosi (2a ed. 2000); Introduzione alle tecniche proiettive (3a ed. 2000); Quando il bambino gioca. Diagnosi e psicoterapia (2a ed. 2006); L’abuso sessuale all’infanzia (2007); Il Test del Disegno della Famiglia (5a ed. 2010); Il Test di Rorschach. Manuale di siglatura e d’interpretazione psicoanalitica (2a ed. 2010); Il Test del Disegno della Figura Umana (4a ed. 2012). Per i tipi delle Edizioni Magi ricordiamo i volumi: Dentro la solitudine. Da soli felici o infelici? (2010) e Ascoltarsi, ascoltare. Le vie dell’incontro e del dialogo (2011). Il suo volume La stanza della felicità (Edizioni San Paolo, 2002) è stato tradotto in spagnolo, portoghese e polacco.
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Il Desiderio
Respiro della Psiche
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€ 18.00
€ 17.10
(-5%)
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DISPONIBILITÀ IMMEDIATA
Novità |
Il desiderio investe l’intera nostra esistenza. Con lo scorrere degli anni possono cambiare i contenuti, ma non l’impulso a desiderare. Il desiderio poggia sulla memoria del passato, ma è soprattutto tensione verso il futuro. Esso palesa un volto variegato, ambiguo e talvolta addirittura tragico. Espone all’esperienza della presenza e dell’assenza, della vicinanza e della distanza, della fusionalità e della separatezza. Può essere espressione di arricchimento o di espropriazione, di dominio o di sottomissione, di dono o di ricerca di qualcosa che manca, di autonomia o di dipendenza, di intimità o di isolamento, di riconoscimento o di alienazione, di narcisismo o di reciprocità, di amore o di odio, di vita o di morte. L’essenza dell’essere umano la si coglie solo percorrendo gli itinerari inconsci del desiderio.
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Dentro la Felicità
Ritrovare i luoghi del cuore
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€ 16.00
€ 15.20
(-5%)
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DISPONIBILITÀ IMMEDIATA
Novità |
Ci sono i pessimisti che si sentono tagliati fuori dal mondo della felicità, ma essa può loro dischiudersi, se saranno aperti a un serio e impegnativo itinerario psicoterapeutico. Aspirare a essere felici è una potente molla dell’esistenza. Rivela che non abbiamo perso la fiducia in noi stessi e nei nostri simili e che la speranza non è spenta nei territori della nostra psiche. Ciò aiuta a crescere, anche quando l’anagrafe ci colloca nella terza o nella quarta età. L’essere felici non dipende tanto da fattori esterni o da particolari tecniche, ma dal nostro cuore. Sono le buone radici della nostra infanzia che ci rendono capaci della felicità. C’è una felicità sana, propria degli ottimisti che, possedendo una buona fiducia di base, si sentono amati e sono pronti a dare amore.
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Ascoltarsi, ascoltare
Le vie dell'incontro e del dialogo
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€ 15.00
€ 14.25
(-5%)
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DISPONIBILITÀ IMMEDIATA
Novità |
La dimensione dell’ascolto è una condizione fondamentale per lo sviluppo di una buona relazionalità. Purtroppo i ritmi di vita attuali stanno rendendo aleatori sia l’ascoltare se stessi che l’ascoltare l’altro e l’essere dall’altro ascoltati. Eppure, ognuno di noi porta dentro di sé lo struggente bisogno di vivere tutte e tre queste esperienze. Se viene meno anche solo una di esse, corriamo il rischio di diventare stranieri a noi stessi e all’altro. L’ascoltare è un’arte difficile. È certamente più difficile del parlare. E lo è soprattutto oggi. La nostra infatti è una società in cui tutti parlano ma pochi ascoltano. E quei pochi che sono disposti a farlo sembrano privilegiare l’ascolto virtuale, nuovo muretto e nuova piazza in cui trovano spazio i vari social network. Il buon ascolto è per sua natura circolare, per cui chi ascolta è anche ascoltato e chi è ascoltato, ascolta. Ciò favorisce la capacità di ascoltare se stessi senza cadere nel narcisismo e di ascoltare l’altro senza cadere nel conformismo. Evolutivamente, in principio è l’ascolto. La parola viene dopo. Non c’è nessun Io parlo se non è preceduto da un Io ascolto. Se, dunque, avremo imparato ad ascoltare, sapremo anche parlare.
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