Nato nel 1491, Ignazio aveva seguito il mondo nella prima parte della sua vita. Uomo di corte e cavaliere, le sue massime ambizioni erano rivolte all’esercizio delle armi. Non mancano in questa sua prima giovinezza episodi oscuri, come il processo che egli subì nel 1515 per un delitto grave, la cui natura ci è tuttora ignota. Il racconto del Pellegrino, dettato da sant’Ignazio nei suoi ultimi anni (1553-1555) al devoto Gonçalves da Cámara, è appunto il resoconto del suo vertiginoso itinerario: una prosa rapida e scabra, del tutto priva di vezzi letterari, che conserva il respiro della narrazione orale. Non vi si fa differenza tra fatti e introspezione: i casi e gli incidenti, le visioni, le grazie e le disgrazie vi assumono l’identica natura di segni coinvolti nello scambio continuo che c’è fra il Pellegrino e Dio: ogni dato è una mossa, in un gioco nell’assoluto fra due parti infinitamente sbilanciate...