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John Stewart Bell
John Stewart Bell (1928 – 1990) è stato un fisico irlandese, conosciuto soprattutto per il Teorema di Bell, uno dei più importanti teoremi nell'ambito della fisica quantistica. Nacque a Belfast, nell'Irlanda del Nord, e si laureò in fisica sperimentale alla Queen's University of Belfast nel 1948. Ottenne poi il dottorato di ricerca alla University of Birmingham, specializzandosi in fisica nucleare e teoria quantistica dei campi. La sua carriera iniziò con l' Atomic Energy Agency, a Malvern, e continuò poi con l'Atomic Energy Research Establishment, presso Harwell. Dopo parecchi anni si spostò in Europa Centrale per la ricerca nucleare, recandosi al CERN Qui lavorò quasi esclusivamente sulla fisica delle particelle, dal punto di vista teorico, e sull' acceleratore di particelle, dal punto di vista pratico; ma trovò anche il tempo per dedicarsi ad un'altra più importante occupazione, compiendo alcune ricerche sulle basi della teoria quantistica.
Nel 1964, dopo aver trascorso un anno di congedo dal CERN alla Stanford University, alla University of Wisconsin-Madison e alla Brandeis University, scrisse un articolo intitolato "Sul paradosso Einstein-Podolsky-Rosen". In esso dimostrò che procedendo con l'analisi dell'EPR si può ricavare la famosa disuguaglianza di Bell. Questa disuguaglianza, derivata da alcune supposizioni filosofiche di base, è infatti in confitto con le previsioni della meccanica quantistica.
Vi è un certo disaccordo riguardante ciò che la disuguaglianza di Bell potrebbe implicare in unione con il paradosso Einstein-Podolsky-Rosen. Bell sostenne che non solo le variabili locali nascoste, ma tutte quante le spiegazioni teoriche locali dovevano essere in conflitto con la teoria quantistica.
È risaputo che con l'esempio di Bohm delle correlazione dell'EPR, che riguarda le particelle in rotazione, c'è un'irriducibile non località (John Stewart Bell)
Invece, secondo un'interpretazione alternativa, non tutte le teorie locali in generale, ma solo le variabili locali nascoste mostrano incompatibilità con la teoria quantistica.
Nonostante gli schemi variabili nascosti vengano spesso associati alla questione dell'indeterminismo, Bell era interessato al fatto che la meccanica quantistica ortodossa fosse una teoria soggettiva, e il concetto di misure figurasse in modo prominente nella sua esposizione. Pur non trovando inaccettabile per sé stesso il concetto di misura, Bell obiettava alla sua comparsa al più fondamentale livello teorico della meccanica quantistica, insistendo che essa dovesse riguardare solo quantità matematiche ben definite e concetti fisici non ambigui.
Nelle parole di Bell:
Il concetto di "misura" diventa così sfocato riflettendo che è piuttosto sorprendente vederla apparitre nella teoria fisica al livello più fondamentale... non richiede ogni analisi di misura concetti più fondamentali della misura? E non dovrebbe la teoria fondamentale riguardare questi concetti più fondamentali?
Bell era colpito che nella teoria della variabili nascoste non locali di David Bohm, non era necessario questo concetto, e fu questo che lo fece interessare a questo campo di ricerca.
Preparandosi a esplorae la percorribilità della teoria di Bohm, Bell aveva bisogno di rispondere alla sfida delle cosiddette dimostrazioni di impossibilità contro le variabili nascoste. Bell ne discusse in un articolo intitolato " Sul problema delle variabili nascoste nella meccanica quantistica", in cui mostrò che l'argomento di John von Neumann non prova l'impossibilità, come affermato. L'argomento difetta a questo proposito per la sua fondazione su assunzioni fisicamente irragionevoli. Nello stesso lavoro Bell mostrò che uno sforzo maggiore su queste dimostrazioni (basate sul teorema di Gleason) non riscirebbe a eliminare le variabili nascoste. Il difetto nella dimostrazione di von Neumann era stato scoperto in precedenza da Grete Hermann nel 1935, ma non fu conosciusto ampiamente finché non fu riscoperto da Bell.
Nonostante i tentativi di confutare le variabili nascoste fallirono, si può considerare un successo la soluzione di Bell per il paradosso EPR considerando la sua posizione sulla meccanica quantistica, ovvero che essa stessa ha dimostrato di essere irriducibilmente non locale. Quindi non si può criticare uno schema di variabili nascoste se include, come quello di Bohm, "comunicazioni superluminali", ovvero la non località.
da wikipedia
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Dicibile e Indicibile in Meccanica Quantistica
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DISPONIBILE 3-4 gg. lavorativi
Novità |
Dall'inizio degli anni Cinquanta fino alla morte, avvenuta nel 1990, Bell ha dedicato gran parte dei suoi studi – oggi considerati fra i più decisivi del secolo scorso – ai fondamenti della meccanica quantistica. Nel 1987 la quasi totalità dei suoi lavori di contenuto fondazionale è stata raccolta in questo libro, divenuto ormai una pietra miliare nel campo. Bell ha infatti riaperto il problema che soggiace a tutti gli altri: quale realtà possiamo attribuire ai mattoni microscopici che costituiscono la materia? Un problema che si pose per la prima volta con urgenza nei primi due decenni del Novecento, allorché i fisici furono costretti dai fatti sperimentali a constatare che alla materia microscopica non si poteva attribuire uno specifico «dove» e che la logica a essa applicabile cozzava violentemente con il senso comune. A questo stato di cose reagì Einstein, che insieme a Podolsky e Rosen tradusse lo strano comportamento previsto per le particelle microscopiche in un apparente paradosso insito nella teoria: il paradosso detto EPR dalle iniziali dei loro nomi.
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di:
John Stewart Bell
Adelphi
ISBN: 978-88-459-2463-7
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Pag. 390 Formato: 14 x 22 cm. Anno: 2010
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