Il montanaro ha sviluppato in migliaia di anni quella raffinata civiltà alpina che, in forme mutevoli e complesse, è sopravvissuta fino alla prima metà del Novecento, e anche più tardi nelle valli isolate. Ma quando la città ha «scoperto» la montagna, la civiltà alpina è stata insidiata dalla «salita» della civiltà urbana. Ciò che non era riuscito in 10000 anni alle glaciazioni, alle epidemie, alle invasioni armate, alle frane e alle valanghe, è riuscito in pochi decenni a un modello così forte e persuasivo da stravolgere il territorio e trascinare sull’orlo dell’omologazione la cultura e l’identità delle popolazioni alpine. Il libro propone una nuova trasformazione non regressiva.