Le risposte alle domande relative al perché ci ammaliamo risiedono nella coscienza di ciascuno di noi. Credenze irrazionali e un retaggio di superstizione ci inducono a giustificare la malattia come sfortuna, o nella peggiore delle ipotesi come colpa, mentre la scienza, eliminando le implicazioni morali, si avvale del concetto di errore. Per gli autori del libro la malattia non è una sfortuna né una colpa, ma un processo dotato di senso: ci ammaliamo per adattarci all’ambiente in cui viviamo, seguendo una evoluzione personale e della specie; ci ammaliamo come conseguenza di sfide non risolte che la vita ci pone.