Il vescovo di Milano, S. Aurelio Ambrogio da Treviri, ebbe l’indiscussa capacità di mediare la ricchezza delle conoscenze dottrinali e la forma della penetrazione simbolica con una capacità e una vivezza di comunicazione fuori del comune, di cui abbiamo una ben nota testimonianza nelle Confessioni di S. Agostino. L’uomo contemporaneo occidentale vive in un mondo perversamente immemore della morte e degli eventi sottili ad essa connessi: egli si muove in una società desacralizzata come se già in essa fosse eterno, eppure non può - giorno per giorno - non avvertire l’incalzare del tempo e sentirsi alitare sul collo la grande Livellatrice, assolutamente impreparato ad incontrarla. Le savie parole di Ambrogio, che sono anche e soprattutto una via pratica, possono aiutarlo a prepararsi all’evento principale della sua vita e, se ne sarà capace, a utilizzarne tutta la potenzialità salvifica...