Cosa impedisce ai bambini intelligenti e curiosi di usare a scuola le capacità che indiscutibilmente possiedono? Senza considerare le colpe del sistema scolastico e dei metodi pedagogici, ci si accorge che è l'apprendimento stesso a scatenare paure che disorganizzano la mente. Il confronto con la prestazione, con la regola e l'autorità, con il dubbio e la solitudine, risvegliano in alcuni bambini un'inquietudine profonda contro la quale i soliti metodi d'insegnamento possono fare, qualche volta, ben poco. Placare le paure e dare loro una forma accettabile sono condizioni indispensabili per riconciliare i bambini con la voglia di sapere prima, e con la scuola e l'apprendimento poi. Il ricorso ai temi al di fuori del programma ufficiale – alla mediazione della cultura – si rivela un metodo eccellente per liberare il desiderio di sapere dalle preoccupazioni e ansie personali troppo invadenti e troppo limitanti. E così entrano in classe i protagonisti dei romanzi di Jules Verne, gli eroi della mitologia e i personaggi della Bibbia per mediare nell'apprendimento della letto-scrittura, dell'algebra, della grammatica. Attraverso esempi tratti dall'esperienza personale, l'autore dimostra quanto il rinforzo della funzione immaginativa sia una tappa indispensabile e un requisito fondamentale dell'apprendimento scolastico.