Un' appassionata rielaborazione da testi antichi, medievali, e da altri a noi più vicini, gli stessi a cui Wagner si ispirò per le sue Feowalkyrie, sulle leggende e i miti del Nord, fu scritto da Mary Tibaldi Chiesa circa sessanta anni fa, il periodo più fecondo della sua attività letteraria che la portò a scrivere complessivamente circa cento titoli. Fu affascinata dal mondo fantastico degli Dei e degli eroi del lontano Nord; “un mondo”, come ella scrive, “dove mari e terre si ravvolgono entro misteriosi velami di brume; là dove lungo è l’inverno, tarda la primavera, fuggevole l’estate, precoce l’autunno”. Terre ove le passioni di chi vive sono spesso violente; ma l’anelito alla libertà, all’indipendenza, il coraggio di affrontare pericoli e compiti apparentemente impossibili, la volontà di dominio ma anche il senso di fratellanza, hanno, insieme all’amore, un ruolo chiave nel determinare l’agire con contrasti assai spesso drammatici.