A chi ingenuamente sostiene che la tecnica non si insegna perché occorro rispettare la personalità e la libertà creativa di ogni terapeuta, l'autore oppone la provocatoria risposta che la tecnica non la insegna chi non la sa insegnare. Lui al contrario, affronta senza mezzi termini il problema pedagogico non solo al libello teorico (come si fa di consueto) ma anche e soprattutto al livello eminentemente pratico. L'impresa più specifica e più nuovo del libro è quella di occuparsi della tecnica minuta, quella che entra in gioco quando il lavoro si fa concretamente, giorno dopo giorno, seduta dopo seduta. Non basta sapere, bisogna saper usare il sapere, perché l'interpretazione che coglie nel segno può salvare o distruggere, a seconda di come transita nell'analisi...