|
Miguel Benasayag, Gérard Schmit,
Miguel Benasayag è di origine argentina, ma vive da molti anni a Parigi. Filosofo e psicoanalista, è autore di moltissime opere, tra le quali ricordiamo: Utopie et liberté (1986), Penser la liberté (1991), Critique du bonheur (con Edith Charlton,1991), Le Mythe de l’individu (1998), La Fabrication de l’information (con Florence Aubenas, 1999), Du contre-pouvoir (con Diego Sztulwark, 2000) e Che Guevara, du mythe à l’homme, aller-retour (2003).
Gérard Schmit, psicoanalista e terapeuta della famiglia, è professore di Psichiatria infantile e dell’adolescenza presso la facoltà di Medicina di Reims. Ha collaborato a numerose opere, tra cui il Nouveau Traité de psychiatrie de l’enfant et de l’adolescent, a cura di S. Lebovici, R. Diatkine e M. Soulé (1985). Con Feltrinelli ha pubblicatoL'epoca delle passioni tristi (con Miguel Benasayag; 2004).
|
|
|
|
|
L'Epoca delle Passioni Tristi
|
€ 8.50
€ 8.07
(-5%)
|
DISPONIBILE 3-4 gg. lavorativi
Nuova Edizione
Novità |
“Finalmente un libro veramente serio sul disagio dei giovani che è iniziato il giorno in cui il futuro non è più apparso come una promessa ma come una minaccia.” (Umberto Galimberti). Il viaggio di due psichiatri alla scoperta di un malessere diffuso, di una tristezza che riguarda tutte le fasce sociali. Viviamo in un’epoca dominata da quelle che Spinosa chiamava le “passioni tristi”: un senso pervasivo di impotenza e incertezza che ci porta a rinchiuderci in noi stessi, a vivere il mondo come una minaccia. I problemi dei più giovani sono il segno visibile della crisi della cultura moderna occidentale fondata sulla promessa del futuro come redenzione laica. Si continua a educarli come se questa crisi non esistesse, ma la fede nel progresso è stata ormai sostituita dal futuro cupo, dalla brutalità che identifica la libertà con il dominio di sé, del proprio ambiente, degli altri. Tutto deve servire a qualcosa e questo utilitarismo si riverbera sui più giovani e li plasma. Per uscire da questo vicolo cieco occorre riscoprire la gioia del fare disinteressato, dell’utilità dell’inutile, del piacere di coltivare i propri talenti senza fini immediati.
|
|
|
|
|
|
|
|
|