Oggi trascorriamo circa il 90 per cento del nostro tempo in spazi chiusi, spostandoci tra case buie e uffici con i neon, spesso connessi a computer e smartphone che emettono una luce blu dannosa per gli occhi. Ma biologicamente siamo ancora programmati per rispondere agli stimoli della luce solare, che detta i tempi di sonno-veglia e regola molti processi chimicofisici del nostro corpo. Perdere il contatto con la normale alternanza di giorno e notte, sostituendola con fonti artificiali inadeguate, manda in tilt l'organismo: disturbi alimentari e dell'umore, insonnia, deficit di attenzione, mal di testa, spossatezza, irritabilità sono tutti riconducibili a una privazione cronica di luce naturale. Da anni nei Paesi del Nord hanno adottato con successo strategie per compensare questa mancanza e recuperare il nostro bioritmo.